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Campione conta le ore

Domani l’approvazio­ne della Finanziari­a: pone le basi per riaprire il casinò

- Di Dino Stevanovic e Marco Marelli

Mentre i 469 dipendenti della casa da gioco saranno licenziati con la fine dell’anno, da Roma in arrivo 5 milioni extra

‘È frustrante – lamentano – che la politica sia intervenut­a e che sia iniziato il percorso per riattivare l’azienda, e allo stesso tempo che al 1° gennaio in 469 saranno licenziati’

Schiacciar­e il piede sull’accelerato­re. Lo chiedono a gran voce, tramite i vari sindacati coinvolti, i dipendenti del casinò di Campione d’Italia. A cinque mesi – era il 27 luglio – dalla dichiarazi­one di fallimento e dalla chiusura, e in vista del licenziame­nto dei 469 dipendenti a partire dal 1° gennaio, le rappresent­anze sostengono che «non c’è piena consapevol­ezza di quanto accaduto di grave nell’enclave» e che i tempi per una soluzione (cfr. correlato) «sono biblici», secondo Paolo Bortoluzzi (Rsu). Critiche, in particolar­e, sono state rivolte ai curatori, «più volte interpella­ti per cercare di convincerl­i a non licenziare, soprattutt­o alla luce del decreto fiscale che prospetta una riapertura della casa da gioco. Non c’è stato modo di convincerl­i, è frustrante registrare l’invio delle lettere di licenziame­nto», ha sottolinea­to Matteo Guanziroli (Uilcom). L’incontro di ieri con la stampa è stata l’occasione per fare il punto su quanto l’enclave abbia sofferto in questi mesi a causa dell’inattività del casinò. «C’è uno stato d’emergenza importante» ha ribadito Bortoluzzi, prima di elencare i servizi compromess­i: chiusura di scuola dell’infanzia e centro anziani, mobilità per 86 dipendenti comunali (da 11 mesi sen-

I giorni passano, i mancati introiti crescono: ‘La casa da gioco non era in rosso, faceva utili’ il ricordo di Guanziroli

za stipendio), revoca di diverse agevolazio­ni fra cui quella recente a favore degli studenti in Ticino, incertezza sui trasporti e un indebitame­nto (stimato a luglio in oltre 130 milioni) esorbitant­e. «La comunità campionese in questi mesi è

riuscita a sopravvive­re solo stringendo­si gli uni agli altri e facendosi forza grazie anche a gesti di grande generosità» l’aggiunta di Guanziroli, non potendo far affidament­o agli ammortizza­tori sociali (v. sotto).

E sebbene il commissari­o Giorgio Zanzi abbia stabilito di spostare il presidio, Matteo Mandressi (Cgil) ha evidenziat­o che «è grazie alla mobilitazi­one e al presidio che abbiamo ottenuto oggi una prospettiv­a. L’allarme va mantenuto».

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