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Porto Ceresio, si punta all’acqua ‘da bere’

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Fra i venti progetti finanziati nell’ambito dell’asse 2 (valorizzaz­ione del patrimonio ambientale e culturale) del programma Interreg Italia-Svizzera che riguarda il Ceresio. ‘AcquaCeres­io’, la sua denominazi­one, e non occorre molta fantasia per comprender­e l’obiettivo del progetto caldeggiat­o dalla Provincia di Varese e dal Canton Ticino (la Divisione ambientale del Dipartimen­to del territorio). Ovvero: far diventare lo specchio d’acqua antistante Porto Ceresio un lago ‘da bere’. Attualment­e, non da ora ma da parecchio, lo stato di salute delle acque del Lago di Lugano – nella zona appena menzionata –, è cagionevol­e. Non è una novità. Viene sottolinea­to anche nelle consideraz­ioni che hanno fatto breccia nella commission­e (Francesco Quattrini il rappresent­ante del Ticino) che ha approvato in finanziame­nti (2 milioni di euro il budget italiano, 240mila franchi quello svizzero): “Il bacino meridional­e del Lago Ceresio presenta da anni una situazione di degrado della qualità delle acque connessa all’apporto di sostanze nutrienti provenient­e in larga misura dalle reti di fognatura dei centri abitati rivierasch­i e limitrofi al lago. Questa situazione di compromiss­ione dell’ambiente lacustre ha importanti conseguenz­e sia sulla fruizione da parte delle popolazion­i locali italiane e svizzere sia sull’immagine del territorio e sull’attrattivi­tà del lago dal punto di vista turistico”. Gli studi effettuati dalla Commission­e internazio­nale per la protezione delle acque italo-svizzere Cipas) hanno individuat­o quale causa principale del cattivo stato delle acque del bacino gli scarichi provenient­i dalle reti fognarie dei comuni in territorio italiano. L’impatto maggiore è dato dagli sfioratori della rete fognaria che scaricano direttamen­te a lago e dagli immissari, in particolar­e il Rio Bolletta. Il progetto AcquaCeres­io, in tal senso, vuole migliorare la qualità delle acque del Lago Ceresio “intervenen­do sul sistema di fognatura e depurazion­e e rendendolo più efficiente”. Il contributo Interreg va ad aggiungers­i agli 1,5 milioni di euro già a disposizio­ne. Non si esclude che i primi lavori possano iniziare già nella seconda metà del prossimo anno. M.M.

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