Non si spengono le polemiche sulle e-sigarette
Vendita ai minori, il buon senso prevale. Ma regna sempre il flou sulle conseguenze per la salute.
Con l’avvio della vendita di liquidi contenenti nicotina e l’arrivo del gigante americano dello svapo Juul a Zugo (vedi ‘laRegione’ del 21 dicembre), quest’anno la sigaretta elettronica è stata una dei temi più dibattuti in Svizzera. Al centro delle discussioni, la vendita ai minori. Fino al momento in cui i liquidi con nicotina erano vietati, la sigaretta elettronica aveva solo una clientela di nicchia nella Confederazione. La situazione è cambiata a fine aprile, quando il Tribunale amministrativo federale ha autorizzato con effetto immediato l’importazione e la vendita di flaconi contenenti tale composto, nel rispetto del principio Cassis de Dijon secondo cui i prodotti fabbricati e venduti legalmente nell’Ue possono essere venduti anche in Svizzera senza particolari controlli. La vendita è quindi stata permessa senza essere regolamentata, soprattutto per quanto riguarda la vendita ai minori, in attesa della nuova legge sul tabacco (il Consiglio federale ha appena licenziato il messaggio all’intenzione del parlamento, il testo dovrebbe entrare in vigore nel 2022). Per colmare le lacune nella protezione della gioventù, l’Ufficio federale della sicurezza alimentare (Usav) ha invitato i rappresentanti del settore a una tavola rotonda per cercare delle soluzioni. La scorsa estate è stata istituita un’autoregolazione del settore. «L’Usav è molto soddisfatto del risultato, che è stato possibile soprattutto grazie alle aziende implicate», ha riferito il portavoce dell’ufficio Stefan Kunfermann. Alcuni fornitori hanno volontariamente adottato un codice di condotta che esclude la vendita di questi prodotti a minori. La questione è però riemersa con l’arrivo in dicembre di Juul in Svizzera. Il numero uno della sigaretta elettronica negli Usa si trova al centro di polemiche perché molti adolescenti utilizzano i suoi prodotti. In seguito alle critiche, l’azienda ha cambiato la sua strategia di marketing e ritirato dalla gamma alcuni sapori apprezzati dai giovani. Il gigante ha affermato che intende offrire una “via d’uscita dal tabacco” agli 1,78 milioni di fumatori adulti presenti nella Confederazione e ha sottoscritto il codice di condotta riguardante l’età minima di vendita delle sigarette elettroniche nonché le restrizioni alla pubblicità. La controversia sulla vendita ai minori ha relegato in secondo piano le discussioni sulle conseguenze del fumare e-sigarette. Ai non fumatori viene sconsigliato. Per i fumatori della sigaretta classica lo svapo può essere un’alternativa: secondo gli esperti esso è il 95% meno dannoso, poiché si consuma nicotina senza inalare la maggior parte dei prodotti tossici delle sigarette a combustione. Tuttavia, l’impatto a lungo termine sulla salute non è ancora noto. La Svizzera – dove 9’500 persone l’anno muoiono prematuramente per le conseguenze del tabagismo – ha una quota del 25% della popolazione oltre i 15 anni che fuma.