laRegione

Bolle, fuori i ‘paddle’

Lo sport acquatico spaventa gli uccelli e crea puntuali conflitti nella zona protetta

- Di Stefano Guerra

Patocchi (Fondazione Bolle di Magadino) e Caprara (Centro sportivo Tenero) sull’idea di una zona cuscinetto

Si sta in piedi su una tavola simile a quella del surf e si rema con una pagaia. Lo stand up paddle (sup) è sulla cresta dell’onda. Va per la maggiore anche in Ticino (dov’è praticato tra l’altro a Magadino, Tenero, Locarno, Agno, Magliaso e Riva San Vitale) e nel resto della Svizzera. Agli uccelli però risulta sgradito, perfino a notevole distanza. Ora gli esperti della Stazione ornitologi­ca di Sempach raccomanda­no di vietarlo in luoghi d’importanza per gli uccelli d’acqua, istituendo zone cuscinetto di oltre un chilometro intorno a essi (cfr. sotto). In pratica, significhe­rebbe ad esempio rendere off-limits l’intero Golfo di Locarno. Mettendo fuori gioco chi offre l’opportunit­à di praticare il sup in quest’area. L’idea non dispiace alla Fondazione Bolle di Magadino (Fbm). «Il problema si pone quando qualcuno non rispetta il divieto d’accesso ai canneti. Parliamo di un po’ più di una manciata di casi l’anno», dice alla ‘Regione’ il suo direttore nonché responsabi­le scientific­o Nicola Patocchi. Per il biologo, con una zona cuscinetto di un chilometro attorno alle Bolle – o perlomeno con una che coincida con la porzione di lago che rientra nella zona protetta, a est di una linea retta che va dal campanile di Vira al porto Mappo, a Minusio – «la protezione degli uccelli diventereb­be più efficace». Le Bolle di Magadino, iscritte dal 1982 nella Convenzion­e di Ramsar, sono un luogo di sosta di particolar­e importanza per gli uccelli di palude e un sito di nidificazi­one per uccelli acquatici e altre specie. I periodi «più delicati», spiega Patocchi, sono quelli della nidificazi­one (aprile-fine giugno) e della migrazione (marzo-giugno e agosto-ottobre), in particolar­e quando il livello del lago si abbassa lasciando affiorare banchi di sabbia «molto importanti per gli uccelli in migrazione, che patiscono l’avviciname­nto di persone e imbarcazio­ni». In prossimità delle ‘Bolle’, tavole per il ‘paddle’ possono essere noleggiate al Lido di Magadino (Toucan Club). Anche il Centro sportivo nazionale di Tenero (Cst) offre da anni l’opportunit­à di praticare (tra maggio e fine settembre) lo sport acquatico. «Ogni tanto capita che qualche monitore si avvicini troppo alla zona rossa, soprattutt­o quando il lago è basso e si formano degli isolotti alla foce del Ticino», ammette Bixio Caprara, direttore del Cst. I monitori «in genere sono attenti, ma qualcuno lo è un po’ meno», gli fa eco Patocchi. I monitori di sup «sono sensibiliz­zati alla problemati­ca del rispetto della zona di protezione», assicura Caprara. Inoltre, i contatti con la Fondazione Bolle di Magadino sono «costanti». Patocchi conferma: «Ogni anno cerchiamo di coordinarc­i e di far capire ai monitori che non possono avvicinars­i ai canneti». Una zona cuscinetto di un chilometro risolvereb­be tutto. Caprara però è scettico. «Capisco la preoccupaz­ione, ma allora a rigor di logica bisognereb­be vietare anche il surf. Non vedo una particolar­ità del ‘paddle’ rispetto ad altri sport acquatici, se non che in genere lo si pratica più vicino alla riva. Un divieto nel raggio di un chilometro attorno ai luoghi d’importanza per gli uccelli mi sembra eccessivo. Come la metteremmo con le barche a motore che vanno avanti e indietro dal porto in zona campeggio Campofelic­e, a un centinaio di metri dalle Bolle?». Improbabil­e che si arrivi a tanto. Del resto, anche alle Bolle «il problema sarebbe risolto se riuscissim­o a sorvegliar­e al meglio l’accesso alla ‘zona tampone’», dice Patocchi. Diverso – spiega il direttore della Fbm – il discorso per le aree di canneto fuori dalla riserva (come una parte del delta della Maggia, in sponda sinistra, o i canneti in zona Mappo), dove non esistono divieti d’accesso. Caprara ad ogni modo si dice pronto a parlare con Patocchi delle raccomanda­zioni degli esperti di Sempach. Ma già sin d’ora fa notare che, dopo la rinaturazi­one effettuata nel 2012 del fiumiciatt­olo nella zona della pista finlandese, le anatre al Cst sono di casa e che la convivenza tra utenti, famiglie e pennuti è «molto interessan­te»; in inverno, le anatre si spingono addirittur­a fino alla piscina dove trovano un’acqua un po’ più calda.

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TI-PRESS Patocchi: problemi soprattutt­o per i canneti fuori dalla zona protetta
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