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Partenza sprint, derby biancoblù

I biancoblù partono a razzo e mettono subito una prima ipoteca sul 226° derby. Poi il Lugano ci prova, ma è tutto inutile.

- di Christian Solari

L’Ambrì si porta sul 3-0 già nel primo tempo, resiste nel terzo centrale e stringe i denti negli ultimi concitati minuti. Il Lugano si sveglia troppo tardi, il derby va in Leventina.

Lugano – In bilico, fino all’ultimo. Con il disperato tentativo di Hofmann sull’appoggio di un Fazzini che cambia idea all’ultimo, prima che il disco vada inesorabil­mente a morire nell’angolo. Si chiude così il derby numero 226 della storia, con l’Ambrì tutto ammassato addosso a un Benjamin Conz che indossa i panni del protagonis­ta, dall’alto di trentanove parate sugli addirittur­a quarantadu­e tiri ricevuti in sessanta minuti. In una serata di festa per gli uomini di Luca Cereda, che non vincevano più a Lugano da quasi un anno e mezzo, cioè dal venerdì 8 settembre dell’anno prima, proprio nel giorno in cui il giovane tecnico di Sementina celebrò il suo esordio sulla panchina leventines­e.

I ragazzi di Cereda capitalizz­ano l’ottimo inizio e tornano a vincere alla Cornèr Arena, quasi un anno e mezzo dopo

Neanche a farlo apposta, pure allora la serata si chiuse sul 3-4. Al termine di una partita che, tuttavia, ebbe uno sviluppo ben diverso da questa, che pare addirittur­a già chiusa dopo una dozzina di minuti. Con l’Ambrì che segna alla prima occasione, su un disco maldestram­ente (e banalmente) perso sulla blu da Elia Riva, ingenuità letteralme­nte riproposta poco dopo dal ben più sperimenta­to Romain Loeffel, pur se in quell’occasione il navigato Vauclair, in qualche modo, ci mette una pezza. E poi è la volta di Nick Plastino e dei suoi due tiri dalla distanza firmati, il secondo dei quali deviato da Dario Rohrbach davanti all’attonito Müller: è solo il 13’33’’ e il cronometro indica già un risultato di tre gol a zero. E il Lugano? Nel primo tempo, quella di Ireland dimostra di essere una bella squadra solo in un’occasione, cioè durante un powerplay causato da una (generosa, almeno a prima vista) penalità inflitta a Zwerger, che si conclude con un grandissim­o tiro di Fazzini (1-3, al 19’20’’). Quel gol farà da preludio al cambio di passo dei bianconeri, che scendono in pista con tutt’altra

energia nel periodo di mezzo, e il risultato è che improvvisa­mente l’Ambrì non ha più lo stesso impatto sul gioco, rispetto a un primo tempo in cui il puck corre praticamen­te in una sola direzione, mentre il Lugano deve tappare i buchi. Tuttavia, nonostante il piglio diverso, i padroni di casa riescono sì a costruire, ma però non finalizzan­o. E quando una penalità (davvero ingenua) di Loeffel dà lo spunto a Hofer per l’1-4, al 43’02’’, tutti si dicono che il derby si chiude lì. Ancora una volta, però, si tratta di un’impression­e avventata: infatti, dopo un tocco di Lajunen a

portiere battuto, frenato dallo stesso Hofer davanti alla linea, il Lugano segna due volte in poco più di un minuto grazie a Hofmann (2-4 al 55’09’’) e Sannitz (3-4 al 56’11’’), e a quel punto la Cornèr Arena comincia davvero a credere sul serio nell’eventualit­à di una rimonta. Che, tuttavia, non si concretizz­erà mai. Per un Lugano che vede interrompe­re bruscament­e la sua serie vincente di tre partite, e scivola nuovamente sotto la riga. Mentre l’Ambrì, invece, può brindare alla difesa del quarto posto, in una classifica che, però, è ancora davvero cortissima.

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 ??  ?? Benjamin Conz, con l’aiuto di Michael Fora, si difende dall’attacco di Raffaele Sannitz
Benjamin Conz, con l’aiuto di Michael Fora, si difende dall’attacco di Raffaele Sannitz

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