Partenza sprint, derby biancoblù
I biancoblù partono a razzo e mettono subito una prima ipoteca sul 226° derby. Poi il Lugano ci prova, ma è tutto inutile.
L’Ambrì si porta sul 3-0 già nel primo tempo, resiste nel terzo centrale e stringe i denti negli ultimi concitati minuti. Il Lugano si sveglia troppo tardi, il derby va in Leventina.
Lugano – In bilico, fino all’ultimo. Con il disperato tentativo di Hofmann sull’appoggio di un Fazzini che cambia idea all’ultimo, prima che il disco vada inesorabilmente a morire nell’angolo. Si chiude così il derby numero 226 della storia, con l’Ambrì tutto ammassato addosso a un Benjamin Conz che indossa i panni del protagonista, dall’alto di trentanove parate sugli addirittura quarantadue tiri ricevuti in sessanta minuti. In una serata di festa per gli uomini di Luca Cereda, che non vincevano più a Lugano da quasi un anno e mezzo, cioè dal venerdì 8 settembre dell’anno prima, proprio nel giorno in cui il giovane tecnico di Sementina celebrò il suo esordio sulla panchina leventinese.
I ragazzi di Cereda capitalizzano l’ottimo inizio e tornano a vincere alla Cornèr Arena, quasi un anno e mezzo dopo
Neanche a farlo apposta, pure allora la serata si chiuse sul 3-4. Al termine di una partita che, tuttavia, ebbe uno sviluppo ben diverso da questa, che pare addirittura già chiusa dopo una dozzina di minuti. Con l’Ambrì che segna alla prima occasione, su un disco maldestramente (e banalmente) perso sulla blu da Elia Riva, ingenuità letteralmente riproposta poco dopo dal ben più sperimentato Romain Loeffel, pur se in quell’occasione il navigato Vauclair, in qualche modo, ci mette una pezza. E poi è la volta di Nick Plastino e dei suoi due tiri dalla distanza firmati, il secondo dei quali deviato da Dario Rohrbach davanti all’attonito Müller: è solo il 13’33’’ e il cronometro indica già un risultato di tre gol a zero. E il Lugano? Nel primo tempo, quella di Ireland dimostra di essere una bella squadra solo in un’occasione, cioè durante un powerplay causato da una (generosa, almeno a prima vista) penalità inflitta a Zwerger, che si conclude con un grandissimo tiro di Fazzini (1-3, al 19’20’’). Quel gol farà da preludio al cambio di passo dei bianconeri, che scendono in pista con tutt’altra
energia nel periodo di mezzo, e il risultato è che improvvisamente l’Ambrì non ha più lo stesso impatto sul gioco, rispetto a un primo tempo in cui il puck corre praticamente in una sola direzione, mentre il Lugano deve tappare i buchi. Tuttavia, nonostante il piglio diverso, i padroni di casa riescono sì a costruire, ma però non finalizzano. E quando una penalità (davvero ingenua) di Loeffel dà lo spunto a Hofer per l’1-4, al 43’02’’, tutti si dicono che il derby si chiude lì. Ancora una volta, però, si tratta di un’impressione avventata: infatti, dopo un tocco di Lajunen a
portiere battuto, frenato dallo stesso Hofer davanti alla linea, il Lugano segna due volte in poco più di un minuto grazie a Hofmann (2-4 al 55’09’’) e Sannitz (3-4 al 56’11’’), e a quel punto la Cornèr Arena comincia davvero a credere sul serio nell’eventualità di una rimonta. Che, tuttavia, non si concretizzerà mai. Per un Lugano che vede interrompere bruscamente la sua serie vincente di tre partite, e scivola nuovamente sotto la riga. Mentre l’Ambrì, invece, può brindare alla difesa del quarto posto, in una classifica che, però, è ancora davvero cortissima.