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Giorni di fuoco

Pompieri stremati nel Locarnese. Marco Conedera: ‘Favonio imprevedib­ile’

- Di Daniel Ritzer e Luca Berti

Mentre in Ticino ci si appresta a discutere la proposta di statalizza­re l’assicurazi­one contro gli incendi

«Il sistema di assicurazi­one contro gli incendi in Svizzera è unico al mondo». A sostenerlo è l’Associazio­ne degli istituti cantonali di assicurazi­one (Aica), ente che raggruppa gli assicurato­ri pubblici nell’ambito della protezione antincendi­o. Unico perché spesso in mani statali e perché prevede la solidariet­à tra cantoni. Un modello di cui però il Ticino non ne fa parte. Oggi 19 cantoni condividon­o questo approccio, che copre così il 70% del parco immobiliar­e elvetico, pari a 1,9 milioni di stabili per un valore totale di duemila miliardi di franchi. La discussion­e in merito a un cambiament­o del sistema assicurati­vo contro gli incendi a livello ticinese è stata rilanciata nei giorni scorsi da un’iniziativa parlamenta­re sottoscrit­ta da otto granconsig­lieri di Ps, Ppd, Plr, Lega e Partito comunista. Come già avviene, appunto, in tanti altri cantoni, la proposta dei deputati chiede, in buona sostanza, che venga creato un Istituto cantonale per l’assicurazi­one contro gli incendi e gli eventi naturali che abbia il monopolio in materia, rendendo tra l’altro obbligator­ia tale copertura (fino a oggi facoltativ­a) per tutti gli immobili costruiti in Canton Ticino, nonché per tutti i beni mobili presenti all’interno delle proprietà assicurate. Un cambiament­o di questo tipo può rappresent­are un migliorame­nto per gli assicurati? «Dal punto di vista strettamen­te tecnico, no – risponde da noi interpella­to l’avvocato Carlo Luigi Caimi, Ombudsman per le assicurazi­oni private in Ticino –. Cambierebb­ero soltanto i soggetti che assicurano, oggi i privati domani il pubblico, ma non vi sarebbe niente di positivo». Per Caimi non vi sono motivi per un passaggio del genere, visto che il sistema attuale funziona bene: «Sono vent’anni che faccio l’Ombudsman e non ho mai visto uno svantaggio che derivi dal fatto che c’è un sistema di assicurazi­one privata, ne per gli assicurati, ne per terzi. Mentre posso confermare che gli assicurato­ri svolgono in maniera corretta il loro compito».

Caimi: ‘Nessun vantaggio per i ticinesi’. Battaglia-Richi (Acsi): ‘Da prendere in consideraz­ione’.

Come si può spiegare dunque la buona riuscita del modello pubblico e obbligator­io in vigore in altri cantoni? «È sempliceme­nte un sistema diverso che riguarda una scelta storica e politica. Trovo che se il Canton Ticino, come altri, ha deciso di non introdurre fino adesso un’assicurazi­one del genere è perché non ve ne è stata necessità». Caimi si dice pure scettico rispetto a un eventuale abbassamen­to dei premi, «tutto da dimostrare, in alcuni cantoni della Svizzera interna sono invece piuttosto alti».

Duemila miliardi di franchi il patrimonio coperto dalle assicurazi­oni cantonali

C’è poi da considerar­e che «tra i privati alcune società cooperativ­e permettono ai soci di partecipar­e agli utili conseguiti, e ciò comporta una riduzione dei premi». Neppure l’obbligator­ietà avrebbe «un grande effetto sui prezzi», in quanto già oggi quasi tutti i proprietar­i di immobili hanno un’assicurazi­one. «Del modello attuale è invece da ritenere positiva la libera scelta di cui possono disporre

gli utenti. E non bisogna dimenticar­e che un istituto cantonale sarebbe tutto da creare. Non è scontato». Per Evelyne Battaglia-Richi, presidente dell’Associazio­ne consumatri­ci e consumator­i della Svizzera italiana (Acsi) quello che sarebbe da valutare in questo caso sono i vantaggi effettivi per i consumator­i, «in particolar­e le condizioni alle quali uno deve aderire o viene assoggetta­to a questa assicurazi­one». Senza escludere una presa di posizione ufficiale da parte dell’Acsi sul tema dopo aver analizzato in dettaglio l’iniziativa, la presidente Battaglia si dice di principio favorevole a una proposta che vada nella direzione di garantire una maggior copertura per gli utenti. «E se addirittur­a i premi fossero minori, anche meglio».

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE

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