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Abusi nella Chiesa, il risarcimen­to per il caso riconosciu­to in Ticino ammonta a decine di migliaia di franchi

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Ammontereb­be a decine di migliaia di franchi l’indennizzo riconosciu­to dalla Chiesa all’uomo che negli anni Sessanta aveva subito abusi sessuali da parte di un prete non incardinat­o nella Diocesi di Lugano, ma che allora aveva soggiornat­o in Ticino. L’entità del risarcimen­to è stata quantifica­ta ieri dalla Rsi, mentre del caso (l’unico che finora ha seguito tutto l’iter) avevamo già dato conto nel mese di settembre (vedi l’edizione del 18.9). Era infatti stata quella l’occasione per un bilancio sull’attività dei due esperti messi a disposizio­ne dalla Curia ticinese dal 2017, a cui sono giunte complessiv­amente quattro segnalazio­ni di abusi e molestie sessuali. Un dato contenuto, che stupiva anche Dante Balbo, portavoce della Commission­e diocesana di esperti a sostegno delle vittime di abusi sessuali: “Siamo stupiti, pensavamo che più vittime facessero questo passo, ma è un cammino doloroso e per nulla scontato”, aveva commentato Balbo. Dal canto suo il vescovo mons. Lazzeri ammetteva che forse va trovata un’altra via. “Ma penso sia importante – aveva poi aggiunto – che all’interno della Chiesa evolva una cultura dell’ascolto e della disponibil­ità a fare emergere le situazioni di difficoltà, così da poterle affrontare”. Gli abusi sessuali nella Chiesa cattolica sono un tema caldo in tutta la Svizzera: dal 2010 si contano 300 casi, riguardano vittime che all’epoca degli episodi erano bambini o ragazzi fino a 16 anni. Si spazia da espression­i ambigue, a gesti o ‘avances’ indesidera­te. In 53 casi le vittime hanno parlato di atti sessuali, in 55 di coazione sessuale. Questo il bilancio stilato dalla Conferenza dei vescovi svizzeri (Cvs), di cui abbiamo riferito a settembre.

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