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Per la Sam Massagno il 2019 è subito tosto

- Di Dario ‘Mec’ Bernasconi

Buon Anno agli amici lettori che ci seguono fedelmente ormai da una vita. Il basket, il nostro basket targato Elvezia, non fa grandi passi avanti nel contesto europeo, ma l’importante è cullare l’illusione che un giorno crescerà al punto di essere un vero movimento in espansione a livello nazionale. Per ora continuiam­o a cullarci sull’asse Romandia - Ticino, con qualche aggancio in Svizzera tedesca, dove il decollo è sempre in forse. Intanto siamo alla seconda di ritorno della prima fase, con la Sam che ospita l’Olympic e il Lugano in trasferta a Losanna. Per la Sam è un inizio d’anno tosto come il finale del 2018: in dicembre c’era stato il derby, perso con il Lugano nei quarti di Coppa, oggi si riprende con l’ospitare la prima della classe, quell’Olympic deciso a ripetere il triplete dello scorso anno, forte come è nel roster costruito soprattutt­o per l’Europa. È vero che i burgundi sono secondi in classifica a due punti dal Ginevra, ma hanno giocato una partita in meno, mentre la Sam è pure a quota 18 con una partita in più. Vera sfida al vertice quella di Nosedo, che rimane pur sempre uno dei campi più solidi del campionato. Per vincere contro l’Olympic, non una novità visto che all’andata Massagno aveva espugnato Friborgo, occorrerà la vera Sam e non quello sparuto gruppetto spaesato visto in campo contro il Lugano. Una Sam che deve ritrovare la giusta grinta difensiva e mettere sotto pressione i burgundi per 40 minuti. «Sappiamo cosa ci aspetta, contro l’Olympic non occorrono grandi motivazion­i, quelle ci sono. Ma dobbiamo ritrovare grinta e insieme: abbiamo perso ogni volta che ognuno è andato per conto suo, siamo una squadra e solo così possiamo vincere», il commento di Gubitosa. Il Lugano cerca a Losanna la vittoria in campionato dopo 4 sconfitte consecutiv­e: l’aver vinto in Coppa a Massagno, dopo aver sfiorato il colpaccio contro Ginevra, è certamente un segnale positivo per tutto l’ambiente. L’arrivo di James ha dato maggiori equilibri ai bianconeri sotto i tabelloni, permettend­o meno rimbalzi offensivi agli avversari e conquistan­done di importanti. Inoltre, la crescita di Stevanovic e Bracelli, permettono a Petitpierr­e qualche rotazione meno sofferta, anche se con quattro stranieri da gestire l’alchimia non è sempre scontata. Trovasse qualche cosa d’importante con Wilbourn, ecco che i bianconeri avrebbero 8 rotazioni di rendimento, rimettendo­si in quota di galleggiam­ento. Già contro Monthey, ma soprattutt­o contro Ginevra e Massagno, Petitpierr­e ha visto la squadra crescere e, se non ci saranno cedimenti mentali, il Lugano ha ancora qualcosa da dire in questo torneo.

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