Mobilità, non dimentichiamo i residenti
Segue da pagina 9 (…) ha espresso grande preoccupazione per l’inevitabile cambio d’abitudine di almeno una parte degli utenti i quali, alla luce di questi nuovi “dosatori di traffico”, spaventati e non stolti come invece vorrebbe far credere Badasci, proveranno l’alternativa, ovvero la tratta parallela sull’altro lato del Piano di Magadino, però pure già abbondantemente al collasso. Questo preoccupante scenario è un argomento in più che dovrebbe far riflettere tutti quei deputati – Badasci compreso – che non hanno voluto approfondire la proposta governativa con gli amministratori locali, con la popolazione (ancora una volta clamorosamente ignorata) e con tutte quelle ditte che sono toccate dalla problematica traffico. A dirla tutta su questo progetto non è stato coinvolto nemmeno l’Ufficio federale delle Strade, futuro proprietario di questa tratta. Un argomento molto locale che ben si sposa con le altre argomentazioni portate avanti dai referendisti: le rotonde sono più sicure rispetto ai semafori, le proiezioni di mobilità hanno numerosi limiti (basti vedere il Pvp di Lugano) e le uniche vere alternative sono il collegamento autostradale A2-A13 (progetto che i politici dovrebbero far di tutto per accelerare), nonché il potenziamento della ferrovia (con l’apertura di del tunnel base del Ceneri da dicembre 2020). Contrariamente a quanto affermato da Fabio Badasci non si tratta di depistare i cittadini con astuzia, bensì di fornire argomenti per convincerli a firmare il referendum per far sì che la popolazione possa esprimersi e decidere con buon senso come pianificare la mobilità sul Piano di Magadino.