Obbligo (morale?) di informazione corretta e imparziale
Ho letto con particolare interesse l’articolo apparso sulla seconda pagina dell’edizione del 17 dicembre 2018 nella quale avete intervistato l’ambasciatore venezuelano in Svizzera. Non intendo criticare quanto detto dall’ambasciatore: quale rappresentante del suo governo è tenuto a difenderne l’operato. Ritengo però che, come quotidiano d’informazione, siate tenuti a fornire delle informazioni il più oggettive possibile. Vostro compito dovrebbe essere fornire un’idea globale della situazione che presentate. Non dare la parola a eventuali rappresentanti dell’opposizione, non menzionare le manifestazioni con diversi morti successe lo scorso anno, non parlare dell’esautorazione del parlamento democraticamente eletto, non parlare delle modalità con le quali l’attuale presidente è stato rieletto quest’anno (senza la partecipazione di buona parte dell’opposizione) non è corretto. Con questa intervista senza contraddittorio avete svolto in maniera a dir poco scorretta il vostro dovere di informazione e di giornalisti.
Mattia Pelossi, Cugnasco
Caro lettore, i fatti da lei segnalati fanno sicuramente parte della complessa attualità del Venezuela. Questi sono ad ogni modo noti e regolarmente ripresi dai media (anche dal nostro giornale). Non aver incluso una voce ‘contrastante’ nell’articolo dello scorso 17 dicembre non è stato un tentativo di omettere tali aspetti delicatissimi, ma piuttosto di osservarli da un’altra prospettiva (tra l’altro poche volte diffusa alle nostre latitudini). La ringrazio per il suo contributo che senza dubbio arricchisce ulteriormente l’approfondimento sul tema.
Daniel Ritzer