Stop alla cementificazione
Mi ricordo la mia ava che mostrandomi il paesaggio intorno a casa sua mi raccontava di come era quando lei era giovane, dei prati, che, visti con i miei occhi di bambina erano ancora immensi, ma che lei ricordava di tutt’altra bellezza e dimensione. Per me era chiaro che fosse un cambiamento che sarebbe avvenuto nel corso di qualche generazione. Mi ricordo che da piccola mi dicevo: “Quando sarò grande, sarò come la mia ava, ricorderò e racconterò, con un po’ di amarezza, dei prati e dei boschi della mia infanzia”. Ben presto ho capito che non è così, non ho dovuto aspettare di essere una nonna per lanciarmi in racconti nostalgici di un paesaggio che mi aveva regalato emozioni più grandi. Sono bastati pochi anni e posso già raccontare al mio compagno che lì, dove sorge l’ennesimo complesso abitativo, con il suo continuo ricambio di affittuari, una volta c’era un boschetto, che con la fantasia di bambina immaginavo abitato da chissà quale creatura fantastica e che i grandi mi avevano raccontato sarebbe stato protetto e mantenuto, perché un valore aggiunto per un piccolo paesino. È bastato poco tempo perché i grandi cambiassero idea e preferissero altre 4 casette bianche a quel piccolo polmone verde. Per i bambini sognatori, che un domani saranno adulti, per i giovani come me che non vogliono iniziare a rimpiangere la terra che perde terreno al ritmo incalzante della cementificazione, io penso che sia ora che il Ticino divenga più consapevole del suo meraviglioso territorio e lo protegga. In febbraio si presenta un’occasione per un gesto concreto in favore della protezione dei nostri suoli, sostieni anche tu l’iniziativa dei Giovani Verdi “Contro la dispersione degli insediamenti – no alla cementificazione”.
Ada Tognina, Manno
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