Benedetta passerella
Lago d’Iseo: sulla sponda bergamasca c’è chi si dice rilanciato da quella bresciana
Il dopo-Christo raccontato da Lovere, borgo sul Sebino. Mentre in Ticino si aggiunge un altro ‘no’ al sentiero Ascona-Isole
C’è chi a Lovere, borgo affacciato sul Sebino, benedice l’opera di Christo sulla sponda bresciana, capace di rilanciare il turismo anche su quella bergamasca. E c’è chi invece, in Ticino, si appella al diritto e alla cultura.
Digitando “Bellagio” per farsi un’idea di dove trascorrere il fine settimana, quella fontana in mezzo al lago, una volta giunti sul posto, non la si troverà. Perché la fontana è a Las Vegas. L’omonimo Luxury resort sorto nella Mecca del gioco d’azzardo è la prima immagine che appare digitando “Bellagio” in rete. Poco male. A Las Vegas, il lago – così come la fontana, il borgo ispirato a quello lariano e tutto il resto – è una copia datata 1998; il Lago di Como, invece, ha qualche era glaciale in più. A Bellagio, quella vera, anche senza fontana, ci si può consolare con Villa Melzi, soggiorno di Stendhal, con la statua di Dante e Beatrice che ispirò a Franz Liszt una composizione e altro ‘vintage’ che chiama comunque il selfie. «Da quando siamo stati clonati, abbiamo americani tutto l’anno», dicono i gestori di un B&B del posto. «Vogliono vedere l’originale. Anche se eravamo già qui da molto prima. Oggi funziona così». Il fascino della vecchia Europa (qui intesa come continente, non come Unione) rimane irresistibile se la cosa più antica da visitare in patria è – citiamo a caso – il museo dei treni di Cincinnati. E invece a Bellagio, prima e dopo Cristo, di cose ne sono successe. E anche parecchie. Aggiungiamo una ‘h’ a Cristo e spostiamoci da Bellagio a Lovere, borgo della sponda bergamasca del Lago d’Iseo, o Sebino. Anche qui, in molti, benedicono la passerella di Christo, quel percorso sulla sponda bresciana grazie al quale, dal 18 giugno al 3 luglio del 2016, si poté camminare sulle acque da Sulzano fino a Montisola e San Paolo, giusto in mezzo al lago (e ritorno). Proprio come la passerella sul Verbano, progettata per unire Ascona alle Isole di Brissago per 5 anni, per poi tornare allo status quo.
Da un anno a una settimana
«Più che dalla mia voce, potrebbe avere conferma da quella del sindaco di Iseo, che parla di un incremento di 100mila turisti dall’anno scorso a quest’anno. Se anche il calcolo fosse per eccesso, mi sembrano dati importanti». Così parla Ferruccio Contessi, che ai suoi appartamenti-vacanza al Rizzo dei Santi, nel nucleo di Lovere, con l’avvento della passerella ha cambiato tipologia. «Prima li affittavo annualmente, fino a 5 o 6 anni. È stata la passerella che mi ha spinto a provare questo tipo di turismo su tempi più brevi». Perché, questo è il punto, l’onda d’urto di popolarità di queste acque ha raggiunto anche la sponda opposta, quella bergamasca. Anche se l’opera di Christo, la sponda bergamasca, non l’aveva nemmeno sfiorata. «È aumentato il numero di turisti, la cosa è sotto gli occhi di tutti. Anche nella settimana della Befana abbiamo avuto gente. Mi hanno chiesto la casa dal Sudafrica». Se Christo, in questo caso, sia arrivato fino a Città dal Capo, Contessi non ce lo può garantire («perché non parlo ingle- se, se n’è occupato mio figlio»). Dando per scontato che in Sudafrica ci siano amanti dei laghi che hanno visitato fino all’ultima pozzanghera navigabile sulla Terra, che di quell’opera si continui a parlare nel mondo è cosa nota.
Pace fatta tra cugini
Prima che centro siderurgico e Borgo d’Italia illuminato a giorno per Natale, Lovere ha un trascorso di botteghe e tintorie dalle quali, nel XVI secolo, usciva il pregiato panno scarlatto. Ma ha anche «due sante, San Vincenza Gerosa e San Bartolomea Capitanio, per le quali si potrebbe puntare sul turismo religioso, ma non lo si fa», spiega Contessi, riportando l’anomalia di un comune bergamasco con diocesi bresciana. Santità a parte, parlano i numeri: «In poco tempo, dalla passerella di Christo a oggi, a Lovere sono comparse 38 strutture come la nostra». Di quell’opera beneficiano anche «le vicine piste da sci, le piramidi di Zone (riserva naturale modellata dalla forza erosiva dell’acqua, ndr), o i graffiti di Capo di Ponte», patrimonio dell’Unesco più noto agli stranieri che agli italiani (la cosa non vale per i bresciani, che le incisioni rupestri le visitano per dovere di nascita). Da Lovere, la cartellonistica già lo annuncia, partirà una tappa del Giro d’Italia 2019. Che in questo c’entri Christo oppure no – e che si approvi o meno l’idea di un ponte, anzi, di un sentiero sulle acque – una cosa è certa: per questioni di campanilismo, trovare un bergamasco grato a un bresciano (e viceversa) è fenomeno raro. Evidentemente, quando non si parla di calcio, tutto può accadere.