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L’esperta: ‘Novità positive, ma ancora molto da fare’

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«Sì, sono soddisfatt­a. Abbiamo trovato degli interlocut­ori disponibil­i, persone che si sono rese conto che c’era e in parte c’è ancora una grossa lacuna» valuta Manuela Rigo. Insegnante dagli anni Ottanta, titolare di una scuola a Taverne e presidente dell’Associazio­ne formazione profession­e danza (Afp), sta seguendo da anni il processo che ha portato ai recenti cambiament­i e la interpelli­amo per fare il punto sull’attuale contesto. «Se pensiamo alla scolarizza­zione si stanno muovendo molte acque (v. sopra, ndr)». Sebbene si stia parlando di scenari ancora in via di definizion­e, il ruolo delle associazio­ni di categoria sarà rilevante. «Spetta a noi definire se un determinat­o allievo può avere un orario agevolato per portare a termine la maturità in cinque anni anziché in quattro». Il criterio principale? Il talento. Confrontan­dolo con gli anni in cui ha iniziato, Rigo valuta quindi molto positivame­nte i cambiament­i di questo periodo e aspetta con fiducia la decisione del Consiglio di Stato sulla conferma di quanto si sta testando: «Speriamo abbia seguito, perché finire attorno alle 15 e poi avere tutto il pomeriggio da dedicare alle attività artistiche o sportive è una gran cosa». D’altronde, nella danza – fatta seriamente – è un’esigenza: «È necessario fare lezione tutti i giorni o quasi». Margini per fare ancora di più ne restano. «Sarebbe auspicabil­e far partire questo percorso per i talenti già dalla prima media. Si tratta di essere lungimiran­ti: è fondamenta­le posare le basi giuste per un vero percorso profession­ale. Nelle accademie si entra di base a 11 anni. Sono esigenze di cui tener conto nelle future riforme scolastich­e». Altro discorso che resta in sospeso è quello riguardant­e il riconoscim­ento dei diplomi degli insegnanti. Nel settore è presente infatti un sottobosco di docenti più o meno qualificat­i. «C’è ancora troppa gente che non ha mai fatto un percorso didattico-pedagogico che apre scuole o organizza corsi e questo deve finire» sostiene Rigo.

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Manuela Rigo

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