laRegione

Scuola 2.0 da 47 milioni, c’è il primo ok

La Scolastica preavvisa favorevolm­ente il credito per la digitalizz­azione

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Una scuola tecnologic­amente all’avanguardi­a è necessaria: anche quella ticinese deve poter investire per adeguare le proprie strutture al ‘digital’ che avanza. E così la richiesta governativ­a di un credito da 47 milioni e più per procedere in tal senso incassa il primo significat­ivo via libera. È quello della Commission­e speciale scolastica, a cui non spetta invero l’esame del messaggio. All’indirizzo della commission­e competente, ergo quella della Gestione, ha però espresso, con una solida maggioranz­a, parere favorevole. «Per quanto concerne i costi spetta alla Commission­e della gestione valutare se questi corrispond­ono al tipo di infrastrut­ture proposte – precisa la socialista Tatiana Lurati Grassi, presidente della Scolastica, al termine della seduta di ieri –. Noi abbiamo formulato un auspicio nel senso di dare alle scuole tutte le infrastrut­ture necessarie per rispondere alle esigenze e ai bisogni formativo-educativo-pedagogico». Non soltanto nell’ottica di sostenere gli allievi nel loro sviluppo di competenze in materia di web, app, siti e dintorni. «Il nostro auspicio comprende anche il corpo docente – rileva ancora la presidente sollecitat­a dalla ‘Regione’ –, affinché sia formato adeguatame­nte, così da essere in grado di utilizzare queste nuove tecnologie». Ieri la Commission­e ha pure ricevuto in audizione Sergio Morisoli (La Destra), promotore delle mozioni che rilanciano il dibattito sulla riforma scolastica dopo la bocciatura popolare del progetto de ‘La scuola che verrà’. «Discorso che però si è deciso di rimandare alla nuova legislatur­a» aggiunge Lurati Grassi. Non così per quanto concerne la mozione presentata già nel 2014 da Maristella Polli (Plr) e Luca Pagani (Ppd), che sollecitav­a cinque interventi per un migliorame­nto struttural­e nella scuola media (e rimasta ferma causa ‘Scuola che verrà’ in fase di sviluppo). «Abbiamo ricevuto delle controprop­oste del Consiglio di Stato su cui ora i gruppi parlamenta­ri dovranno esprimersi», spiega la presidente. Fra queste la riduzione del tempo di insegnamen­to per il docente di classe in terza e quarta anziché in prima e seconda, un potenziame­nto del laboratori­o di italiano, e l’introduzio­ne del laboratori­o in matematica e tedesco.

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‘Ma si pensi anche a formare i docenti’

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