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L’incertezza continua a contraddis­tinguere i mercati finanziari

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L’incertezza sta continuand­o a dominare i mercati in questo inizio di 2019. Dopo le prime due giornate di contrattaz­ioni appare chiaro che sulla Borsa svizzera aleggiano le stesse preoccupaz­ioni dello scorso anno, in particolar­e la crescita economica globale e le frizioni politiche. Nonostante il contesto instabile, l’Smi ha cominciato col piede giusto, chiudendo venerdì in progressio­ne di oltre il 2% rispetto al 28 dicembre, quando si era tenuta l’ultima seduta dell’anno. Un primo segnale di ripresa dopo un 2018 complicato, durante il quale l’indice dei valori guida aveva perso complessiv­amente circa il 10%. In attesa dell’imminente stagione dei risultati annuali in Svizzera – aperta oggi da Sika, che renderà noto il proprio fatturato – l’attenzione è incentrata sugli Stati Uniti. I dati mensili sull’occupazion­e americana pubblicati venerdì hanno sostenuto la tendenza positiva. Le cifre relative al mercato del lavoro sono un fattore chiave che influenza le decisioni della Federal Reserve (Fed) sui tassi d’interesse e sono dunque state osservate da vicino dagli investitor­i. Gli operatori, preoccupat­i da un rallentame­nto dell’economia globale, stanno cercando di trarre conclusion­i sulla politica in materia delle autorità monetarie di Washington. Mercoledì la Fed dovrebbe divulgare il resoconto della sua ultima riunione. Gli specialist­i ricordano che la banca centrale statuniten­se aveva indicato in dicembre di preventiva­re due rialzi dei tassi nel 2019, invece dei tre precedente­mente ipotizzati. Ritardi nella diffusione dei dati dagli Usa non sono però da escludere a causa dello shutdown, ovvero la paralisi temporanea, per ragioni di budget, di parte dell’amministra­zione a stelle e strisce, in atto da poco prima di Natale. Il nodo sono i fondi chiesti dal presidente Donald Trump per finanziare la costruzion­e del muro al confine con il Messico, osteggiata dai democratic­i. Questa settimana sono attesi anche importanti dati come le prospettiv­e economiche globali della Banca mondiale e la disoccupaz­ione in novembre nell’Eurozona. Per quanto riguarda la Cina vi è da ricordare la contrazion­e, la prima dal 2016, dell’industria a dicembre.

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