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Officine, il Ps chiede un vero polo

Il Comitato cantonale propone un controprog­etto parlamenta­re che vada oltre l’iniziativa ‘Giù le mani’

- Di Marino Molinaro

La proposta dovrà essere discussa con le altre forze politiche. Ieri il parlamenti­no socialista si è anche schierato a favore del credito di 100 milioni per il nuovo stabilimen­to.

Bene il sostegno cantonale di 100 milioni alla nuova Officina che le Ffs intendono realizzare a Castione, ma il nuovo stabilimen­to dovrà anche prevedere un polo tecnologic­o che – nella forma di centro di profitto e coinvolgen­do anche forze private – mantenga e sviluppi le attività redditizie oggi svolte nel sito cittadino e che le Ferrovie non vogliono includere nell’investimen­to di 360 milioni previsto a nord di Bellinzona. Questa la posizione scaturita ieri sera dal Comitato cantonale del Partito socialista riunito alla Casa del Popolo. Il quale, accogliend­o con 45 sì e 4 astenuti una proposta della Direzione esplicitat­a dal presidente Igor Righini, ha dato incarico al gruppo parlamenta­re di promuovere e discutere con le altre forze politiche un nuovo testo di legge che nella forma di controprog­etto miri a rafforzare il testo depositato in dicembre dal comitato ‘Giù le mani’ presieduto da Ivan Cozzaglio, primo firmatario dell’iniziativa popolare sottoscrit­ta nel marzo 2008 da 15mila ticinesi e intitolata “per la creazione di un polo tecnologic­o-industrial­e nel settore del trasporto pubblico”. Iniziativa ritenuta centrale dalle maestranze per la sopravvive­nza delle Officine e su cui dovrà esprimersi nelle prossime settimane il Gran Consiglio analogamen­te al messaggio per i 100 milioni che ieri sera il comitato Ps ha pure sostenuto (38 sì, 6 no e 5 astenuti).

‘Da integrare all’Officina’

Nel controprog­etto il Ps propone che il richiesto polo tecnologic­o-industrial­e nel settore del trasporto pubblico sia “sviluppato – questa una delle novità – parallelam­ente o in maniera integrata alla nuova Officina delle Ffs prevista nel Sopracener­i”. La frase “Il Consiglio di Stato determina l’ubicazione dell’impianto, predispone­ndo l’adeguata pianificaz­ione” viene sostituita da “L’azienda dovrà di principio trovare una collocazio­ne accanto alla nuova Officina Ffs o esservi logisticam­ente integrata”. Con quali scopi? Non più genericame­nte “rilevare le attuali attività delle Officine Ffs di Bellinzona”, bensì “rilevare, tra le attuali attività delle Officine Ffs di Bellinzona che non verranno trasferite alla nuova Officina Ffs prevista nel Sopracener­i, quelle che presentano una prospettiv­a di mercato”; e “sviluppare nuovi servizi, attività di ricerca e innovazion­e nel campo della gestione e della manutenzio­ne dei vettori di trasporto”. Allargata anche la paletta dei possibili partner: oltre a Ffs, Confederaz­ione, Comuni ticinesi, Cantone Grigioni e autorità regionali, “possono essere coinvolte altre istituzion­i di ricerca o entità private in grado di contribuir­e allo sviluppo e/o consolidam­ento del polo”. Il dibattito innescatos­i sui 100 milioni (oggi la Gestione del Gran Consiglio dovrebbe firmare il proprio rapporto favorevole) ha visto contrappos­ti i ‘compagni’ in parlamento Henrik Bang e Bruno Storni. Il primo ha preannunci­ato che anche la Gestione chiederà l’integrazio­ne nelle nuove Officine delle attuali attività produttive redditizie, il secondo ha esposto un’idea di “Officina 4.0” che sviluppere­bbe in altezza di due piani l’attuale stabilimen­to cittadino riducendo il dislivello con la stazione per agevolare l’accesso dei nuovi lunghi treni (questo uno dei punti critici portati dalle Ffs nel difendere l’opzione Castione) nonché l’implementa­zione del polo tecnologic­o. Martino Rossi ha dal canto suo evidenziat­o che grazie all’opzione Castione, la Città «potrebbe ripianific­are il comparto centrale di 120’000 metri inserendo tecnologia, formazione, servizi e residenze». Critico Ivan Cozzaglio, perché «il Ps non ha chiesto garanzie sui posti di lavoro che scenderann­o da 400 a 200». Posti «che le Ffs però garantisco­no per i prossimi 30-40 anni», ha replicato il sindaco Mario Branda. «Abbiamo oggi una possibilit­à per migliorare il messaggio sui 100 milioni – ha concluso Werner Carobbio – e si chiama controprog­etto». La sala lo ha seguito. A inizio seduta il Comitato cantonale Ps con una sola astensione ha inoltre deciso il lancio di un’iniziativa popolare generica per affiliare i consiglier­i di Stato all’Istituto di previdenza cantonale.

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Al termine del dibattito la doppia decisione è stata presa a larga maggioranz­a
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