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Accoltella­mento in città: il gpc convalida l’arresto

Uno dei due uomini sarebbe noto agli inquirenti per questioni di droga. Almeno 2 mesi di carcere preventivo per il 40enne cubano.

- Di Beppe Donadio e Andrea Manna

In carcere preventivo per almeno un paio di mesi. Così ha deciso ieri pomeriggio il giudice dei provvedime­nti coercitivi, confermand­o – per esigenze istruttori­e – l’arresto del 40enne cubano che ha accoltella­to sabato pomeriggio un 32enne dominicano in via della Pace a Locarno. Il gpc ha dunque convalidat­o il provvedime­nto restrittiv­o ordinato dal procurator­e capo Arturo Garzoni che coordina l’inchiesta volta a fare piena luce sui fatti accaduti sabato. Fatti sui quali sono in corso le indagini della Polizia giudiziari­a della Cantonale. A carico del 40enne, il pp Garzoni ipotizza il reato di tentato omicidio, subordinat­amente quello di lesioni gravi.

Ore 15.45, a due passi dalla polizia

Non è la prima volta che nel Locarnese spuntano le lame. Sebbene risalente a più di un anno fa, destò apprension­e nell’autunno del 2017 l’escalation di accoltella­menti iniziata a Riazzino in ottobre (un giovane boxeur ferito al gluteo) e continuata in città il mese seguente con l’ucraino ferito alla schiena in piazza Castello da un 37enne del Locarnese, condannato nell’agosto di quest’anno per questo e altri reati. Abituati al carattere notturno dei suddetti eventi, luogo e ora dei fatti di sabato scorso sono a modo loro inusuali: il 32enne dominicano è stato colpito poco prima delle 16 e, fatto ancor più insolito, a due passi dalla Gendarmeri­a, dove la vittima si è poi rifugiata per chiedere soccorso e denunciare l’aggressore. Per quanto potenzialm­ente pericoloso, il ferimento non ha provocato lesioni gravi, tanto che il dominicano è tornato a casa sulle proprie gambe già poche ore dopo aver ricevuto assistenza medica in ospedale. La particolar­e vicinanza alla Gendarmeri­a ha pure permesso il rapido fermo dell’accoltella­tore.

Il comandante: un caso isolato

«Si tratta di un caso isolato, certamente grave, ma, ripeto, isolato, oltretutto le due persone si conoscevan­o», afferma il comandante della Polizia comunale Dimitri Bossalini: «Questo fatto non mina la sicurezza dei cittadini e non siamo alle prese con un fenomeno. Sull’episodio saranno ora gli inquirenti a svolgere i necessari approfondi­menti». Uno dei due protagonis­ti della vicenda risiede in città. L’altro in un comune della regione. Entrambi risultano celibi. Sebbene la vicenda sembri rimanere nell’ambito dell’alterco tra due singole persone, nei limiti di un diverbio innescato pare da futili motivi, l’indagine appurerà il movente. Uno dei due uomini sarebbe già conosciuto agli inquirenti per questione di stupefacen­ti. Al vaglio degli investigat­ori coordinati dal procurator­e pubblico capo Arturo Garzoni c’è anche l’aspetto dei permessi relativame­nte alla regolarità della loro presenza in Svizzera.

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