Benna mezza piena
Incendi boschivi di Ronco e Riazzino, è ancora polemica tra elicotteri civili e militari
Secondo Giovanni Frapolli l’intervento del Super Puma non è stato pianificato come da accordi presi. Il capo sezione forestale Roland David risponde elogiando il lavoro svolto in condizioni proibitive.
Incendi boschivi un po’ ovunque, in questi ultimi mesi, in Ticino. La nutrita sequenza di roghi che ha colpito e danneggiato il patrimonio boschivo (soprattutto nel Bellinzonese e nel Locarnese) a cavallo tra il 2018 e l’anno nuovo ha innescato, soprattutto sui social, polemiche legate all’efficacia e alla tempestività dei mezzi di spegnimento impiegati, insinuazioni su “pratiche di cartello” messe in atto per fare cassa, profitti dei titolari delle imprese di elitrasporto o dei corpi pompieri e altre contestazioni (il più delle volte da bettola, ma che fanno comunque da “camera di combustione”). Da questo punto di vista, insomma, verrebbe da pensare che gli incendi ci devono essere. Sennò si chiude… Di guadagni facili, foraggiati con soldi pubblici, non ne vuol sentir parlare Giovanni Frapolli, titolare della Heli-Tv di Lodrino, di nuovo chiamato in causa nell’incendio di Riazzino. Tutto è partito, tanto per cambiare, dall’intervento del velivolo militare Super Puma al fianco dei civili: «Una volta ancora – osserva Frapolli – le regole del gioco sull’impiego degli elicotteri militari e civili non sono state rispettate. Dopo che nei due roghi boschivi che hanno interessato il Bellinzonese tutto era funzionato per il meglio, nel caso di Riazzino si è assistito a un’improvvisazione sconcertante. L’elicottero militare nelle prime fasi non ci è stato affatto d’aiuto, anzi direi che ha ostacolato il lavoro dei nostri equipaggi. Fino a quando non è stato deciso il “fermo macchina”. Chiarite le procedure, il Super Puma è tornato a volare. Qui non si tratta di misurare la capacità di trasporto delle benne o di gareggiare a chi è il più bravo nei lanci d’acqua dall’alto. C’è da stabilire un modus operandi che sia efficace e sicuro per tutti». A questo dovrebbe servire la nuova convenzione che regola l’ordine negli interventi di spegnimento con velivoli. «Una convenzione – prosegue Frapolli – che è pronta ma che non è ancora stata firmata. A livello di allarme e pianificazione si lavora, insomma, ancora con troppa approssimazione. Il risultato è che poi veniamo sempre ingiustamente additati come polemici e mangiasoldi. Sono stufo di questo andazzo».
‘Le decisioni sui velivoli da impiegare
spettano al capo intervento’
Chi, al contrario, è alquanto soddisfatto del lavoro svolto da pompieri, forestali e ditte di trasporto con elicottero è il capo Sezione forestale, Roland David. «La collaborazione ha funzionato, i danni al patrimonio boschivo, nei due casi di Ronco s/Ascona e Riazzino, sono limitati a pochi ettari (oltretutto in condizioni di lavoro difficili, con forte vento e clima secco). Ci è voluto sì qualche giorno, ma bisogna tener presente che i vari focolai riaccesisi soprattutto nottetempo erano tutti circoscritti al perimetro interno degli incendi». Quanto alla polemica elicotteri civili-elicotteri militari? «Innanzitutto tengo a precisare che la convenzione è stata approvata dal governo alla fine dello scorso anno. Mancano ancora le firme in calce al documento, ma comunque è il frutto di un’intesa unanime. Quindi la procedura d’applicazione è chiara. Essa prevede l’impiego delle ditte civili di picchetto in primis; poi, se il capo intervento (solitamente un ufficiale dei pompieri) ritiene necessario chiedere il supporto di altri velivoli, come i Super Puma, è libero di farlo. Deve però inoltrare alla Sezione forestale la richiesta per un preavviso. Dopodiché viene attivato l’iter con le Forze aeree». Sulla condotta dei Super Puma, Roland David parla chiaro: «Hanno capacità di trasporto d’acqua superiori ai velivoli civili, ma non sono i salvatori della patria. Pure loro presentano degli svantaggi, legati ad esempio al dover “pescare” in corsi d’acqua profondi (solitamente laghi) non sempre situati nelle vicinanze. Anche le peculiarità dei luoghi d’intervento (spazi ristretti) possono sconsigliarne l’impiego. Quindi il loro inserimento nei “circuiti” non è sempre cosa facile da gestire. Ritengo tuttavia che le cose, nei due incendi locarnesi, siano andate piuttosto bene».