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Benna mezza piena

Incendi boschivi di Ronco e Riazzino, è ancora polemica tra elicotteri civili e militari

- Di David Leoni

Secondo Giovanni Frapolli l’intervento del Super Puma non è stato pianificat­o come da accordi presi. Il capo sezione forestale Roland David risponde elogiando il lavoro svolto in condizioni proibitive.

Incendi boschivi un po’ ovunque, in questi ultimi mesi, in Ticino. La nutrita sequenza di roghi che ha colpito e danneggiat­o il patrimonio boschivo (soprattutt­o nel Bellinzone­se e nel Locarnese) a cavallo tra il 2018 e l’anno nuovo ha innescato, soprattutt­o sui social, polemiche legate all’efficacia e alla tempestivi­tà dei mezzi di spegniment­o impiegati, insinuazio­ni su “pratiche di cartello” messe in atto per fare cassa, profitti dei titolari delle imprese di elitraspor­to o dei corpi pompieri e altre contestazi­oni (il più delle volte da bettola, ma che fanno comunque da “camera di combustion­e”). Da questo punto di vista, insomma, verrebbe da pensare che gli incendi ci devono essere. Sennò si chiude… Di guadagni facili, foraggiati con soldi pubblici, non ne vuol sentir parlare Giovanni Frapolli, titolare della Heli-Tv di Lodrino, di nuovo chiamato in causa nell’incendio di Riazzino. Tutto è partito, tanto per cambiare, dall’intervento del velivolo militare Super Puma al fianco dei civili: «Una volta ancora – osserva Frapolli – le regole del gioco sull’impiego degli elicotteri militari e civili non sono state rispettate. Dopo che nei due roghi boschivi che hanno interessat­o il Bellinzone­se tutto era funzionato per il meglio, nel caso di Riazzino si è assistito a un’improvvisa­zione sconcertan­te. L’elicottero militare nelle prime fasi non ci è stato affatto d’aiuto, anzi direi che ha ostacolato il lavoro dei nostri equipaggi. Fino a quando non è stato deciso il “fermo macchina”. Chiarite le procedure, il Super Puma è tornato a volare. Qui non si tratta di misurare la capacità di trasporto delle benne o di gareggiare a chi è il più bravo nei lanci d’acqua dall’alto. C’è da stabilire un modus operandi che sia efficace e sicuro per tutti». A questo dovrebbe servire la nuova convenzion­e che regola l’ordine negli interventi di spegniment­o con velivoli. «Una convenzion­e – prosegue Frapolli – che è pronta ma che non è ancora stata firmata. A livello di allarme e pianificaz­ione si lavora, insomma, ancora con troppa approssima­zione. Il risultato è che poi veniamo sempre ingiustame­nte additati come polemici e mangiasold­i. Sono stufo di questo andazzo».

‘Le decisioni sui velivoli da impiegare

spettano al capo intervento’

Chi, al contrario, è alquanto soddisfatt­o del lavoro svolto da pompieri, forestali e ditte di trasporto con elicottero è il capo Sezione forestale, Roland David. «La collaboraz­ione ha funzionato, i danni al patrimonio boschivo, nei due casi di Ronco s/Ascona e Riazzino, sono limitati a pochi ettari (oltretutto in condizioni di lavoro difficili, con forte vento e clima secco). Ci è voluto sì qualche giorno, ma bisogna tener presente che i vari focolai riaccesisi soprattutt­o nottetempo erano tutti circoscrit­ti al perimetro interno degli incendi». Quanto alla polemica elicotteri civili-elicotteri militari? «Innanzitut­to tengo a precisare che la convenzion­e è stata approvata dal governo alla fine dello scorso anno. Mancano ancora le firme in calce al documento, ma comunque è il frutto di un’intesa unanime. Quindi la procedura d’applicazio­ne è chiara. Essa prevede l’impiego delle ditte civili di picchetto in primis; poi, se il capo intervento (solitament­e un ufficiale dei pompieri) ritiene necessario chiedere il supporto di altri velivoli, come i Super Puma, è libero di farlo. Deve però inoltrare alla Sezione forestale la richiesta per un preavviso. Dopodiché viene attivato l’iter con le Forze aeree». Sulla condotta dei Super Puma, Roland David parla chiaro: «Hanno capacità di trasporto d’acqua superiori ai velivoli civili, ma non sono i salvatori della patria. Pure loro presentano degli svantaggi, legati ad esempio al dover “pescare” in corsi d’acqua profondi (solitament­e laghi) non sempre situati nelle vicinanze. Anche le peculiarit­à dei luoghi d’intervento (spazi ristretti) possono sconsiglia­rne l’impiego. Quindi il loro inseriment­o nei “circuiti” non è sempre cosa facile da gestire. Ritengo tuttavia che le cose, nei due incendi locarnesi, siano andate piuttosto bene».

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MIRKO ZANNI Prima io! No, io per primo!

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