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Campione, 13 milioni di debiti a fine 2017

- Di Marco Marelli

Sono centodieci i creditori di Campione d’Italia, per una massa passiva di 13 milioni di euro. È quanto stabilito dal commissari­o straordina­rio di liquidazio­ne Angela Pagano, incaricata di fare chiarezza sui debiti del Comune dell’enclave al 31 dicembre 2017. Fra i creditori ci sono una ventina di ticinesi fra cui il Cantone, la Città di Lugano e i pompieri di Melide. «Con Lugano c’è tuttavia un discorso aperto, in quanto riteniamo di non dover pagare quanto ci viene addebitato dal consorzio di depurazion­e delle acque – osserva Giorgio Zanzi, commissari­o prefettizi­o –. I debiti più consistent­i sono con l’azienda che responsabi­lmente continua a raccoglier­e e smaltire i rifiuti e con la società Navigazion­e Lago di Lugano, per via del collegamen­to di bus da Lugano a Campione. Ci sono decine di creditori per poche decine di migliaia di euro». L’essere stati ammessi alla massa passiva ha un significat­o molto preciso: prima o poi i creditori saranno pagati. Il problema è quando saranno saldati i debiti. A questo punto c’è innanzitut­to l’urgenza di fare chiarezza su quanto Roma invierà a Campione. Salvo miracoli, e sempre più spesso per le vicende dell’enclave bisogna parlare di miracoli, a metà del prossimo mese arriverann­o poco più di 5 milioni di euro, e non 10 milioni, come da più parti si continua a sostenere. Nella Finanziari­a 2019 non è infatti previsto alcun finanziame­nto straordina­rio. Dieci milioni di euro rappresent­ano la somma massima prevista dal finanziame­nto struttural­e sottoscrit­to nel 2017 dall’amministra­zione comunale guidata dall’ex sindaco Marita Piccaluga. Finanziame­nto però rapportato al cambio euro-franco. E il cambio medio del 2018 porta alla conclusion­e che arriverann­o “solo” 5 milioni. Il miracolo di cui per ora non si hanno avvisaglie sta nella deroga al disegno di legge del presidente del Consiglio del maggio 2017. Il miracolo se lo attende innanzitut­to l’ex prefetto di Varese. Per i Comuni in dissesto finanziari­o è previsto un prestito trentennal­e pagato dalla Cassa depositi e prestiti. Solo che i tempi sono lunghi, per cui la possibilit­à di risorse finanziari­e passa dall'alienazion­e dei gioielli di famiglia. Una serie di proprietà per un valore di 40 milioni di euro messi all’asta. La prima è andata a vuoto, anche perché pare ci sia chi gioca al ribasso del prezzo di base d’asta.

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TI-PRESS E 110 i creditori

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