Pal3: ‘E i ritorni luganesi?’ Lamone scivola sul Belin!
Sono quattro le domande che il gruppo liberale radicale formula nell’interrogazione, inviata al Municipio di Lugano, legata alla convenzione sul Pal3, presentata recentemente dal capodipartimento Claudio Zali. In primo luogo i dieci consiglieri (primo firmatario Luca Cattaneo) mirano a conoscere la valutazione dell’esecutivo luganese del contenuto della convenzione e se la sua sottoscrizione permette al Municipio di sbloccare dei progetti sin qui rimasti fermi in attesa delle mosse del Cantone (e/o della Commissione regionale dei trasporti). Cattaneo e colleghi chiedono poi “in che misura (anche) le opere fuori dal territorio comunale previste dal Pal3 vengono, rispettivamente verranno considerate nel mandato per lo studio di base del Piano regolatore unitario (Masterplan)”. Infine, l’ultimo interrogativo è rivolto al futuro dell’aeroporto Lugano-Agno e alla modalità di procedere da parte del Municipio “a fronte della possibilità – ora meno remota – di allungamento della pista”: “con quali tempistiche l’esecutivo intende agire?”. Pare più di una svista (oltre che nel titolo è scritto anche nel testo) quel ‘Belin’ confuso per il Benin, questo sì “paese africano situato nel nord ovest del continente”, come indicato nel volantino di ‘Lamone informa’. Lapsus che non può che far sorridere considerando il suo significato... Belìn, come ci insegna Wikipedia, infatti è un termine che costituisce un intercalare tipico della lingua ligure. Se ne fa uso in prevalenza – spesso ironicamente – per comunicare all’interlocutore una forma di sorpresa, stupore o incitamento, simile all’espressione ‘accidenti’ o ‘caspita’. Ma sta soprattutto nell’accezione... tecnica la sorpresa che abbiamo provato leggendo la notizia sul foglio delle comunicazioni comunali di Lamone: la parola belin, tecnicamente, indica l’apparato genitale maschile, il pene. Possiede, in particolare, una sfumatura molto più ironica, sorniona, e assai meno volgare del sinonimo italiano, come dimostra il fatto che è usata generalmente con tono goliardico, amichevole e familiare nei più vari contesti, tanto che il termine ricorre anche in molte canzoni genovesi. RED