Morcote vuole rifarsi il trucco
Approvato un credito per la progettazione del restauro del complesso monumentale
I 150’000 franchi sono solo il primo tassello di un processo che donerà nuovo splendore ad alcune delle principali attrazioni del paese, fra cui la rinascimentale chiesa di Santa Maria del Sasso
La perla del Ceresio si fa bella. Alcune tra le più significative attrazioni di Morcote subiranno infatti prossimamente una tirata a lucido. I primi 150’000 franchi – necessari per la progettazione definitiva – sono stati approvati dal Consiglio comunale prima di Natale. Il grosso invece deve ancora venire. «Parliamo al momento solo di stime – puntualizza Massimo Suter –, si dovrebbe trattare di un investimento di sei milioni circa». Denaro necessario per ridare splendore a una cospicua parte del complesso monumentale del paese. Coinvolti nel restauro sono infatti la chiesa di Santa Maria del Sasso, l’adiacente oratorio di Sant’Antonio da Padova, la scalinata che dal lago conduce ai due luoghi di culto e le svariate cappelle votive ai lati dei gradini. Escluso invece il cimitero. Sebbene abbia meno di 800 abitanti, durante l’alta stagione turistica – grazie all’elevato numero di case secondarie – la popolazione di Morcote quadruplica. Il villaggio è inoltre anche meta di numerosi visitatori di giornata, anche locali. Un contesto dov’è di primaria importanza la salvaguardia di quelli che sono beni culturali protetti a livello cantonale. Il relativo ufficio del Dipartimento del territorio «ha condiviso la necessità degli interventi» spiega il presidente dell’Associazione amici dei restauri del complesso monumentale di Morcote (Aarcmm). Perciò, sono attesi dei finanziamenti dal Cantone e anche dalla Confederazione, oltre che del Comune (proprietario del complesso). E poi, dei privati: «L’Aarcmm ha contatti validi sul territorio, cercheremo di trovare dei benefattori. Qualcuno, per la scalinata, è già stato trovato». Gli interventi dovranno essere sia conservativi che di messa in sicurezza. «Nulla di allarmante – rassicura Suter –, ci sono delle infiltrazioni d’acqua da sistemare, intonaci da rifare e pavimentazioni da rimettere in sesto. Le strutture sono comunque tutte in uso e non in pericolo». Nessun’allerta quindi, anche perché per i lavori è ancora presto: «Per partire ci vorranno ancora un paio d’anni forse e l’esecuzione è stimata in tre anni».