L’anno di Magritte
I grandi nomi pagano: Picasso la scorsa primavera e adesso Magritte, la cui mostra ha portato il Museo d’arte della Svizzera italiana al record di 118mila visitatori nel 2018, un dato che “non solo ci conferma tra i maggiori musei d’arte in Svizzera e tra i principali attrattori turistici, ma ci dà la consapevolezza di cosa sia possibile realizzare in futuro”, ha dichiarato il direttore Tobia Bezzola. Il quale adesso dovrà affrontare la sfida di un anno di consolidamento, nel quale il risultato rispecchierà soprattutto il prestigio che il Masi, nato pochi anni fa dalla fusione tra Museo cantonale d’arte e Museo d’arte della Città di Lugano, ha saputo conquistarsi. Nel programma espositivo del 2019, infatti, non mancano certo nomi importanti – come Giovanni Segantini, Ferdinand Hodler, Paul Klee e Paul Gauguin, giusto per citarne qualcuno – e progetti interessanti, ma difficilmente paragonabili ai due giganti del Novecento le cui opere hanno caratterizzato il 2018. Picasso ha avuto 47mila visitatori, con una media di 570 entrate al giorno; Magritte (includendo anche la prima settimana di gennaio appena conclusasi), 57mila visitatori e una media leggermente più alta, di circa 590 persone al giorno. Le entrate gratuite – perlopiù scolaresche, seguite dai minori di 16 anni e dai visitatori del primo giovedì del mese – sono state il 30 per cento, “un dato rilevante che rispecchia l’andamento annuale e contribuisce alla sostenibilità economica del museo che nel 2018 complessivamente ha raddoppiato il rapporto tra i ricavi propri e i contributi pubblici” (parole sempre di Bezzola). Per quanto riguarda il ruolo di attrattore turistico, il 67 per cento dei visitatori proveniva da fuori cantone: il 27 per cento dalla Svizzera tedesca e il 20 dall’Italia.