laRegione

Crescita modesta per il commercio

I consumi restano fiacchi nonostante la buona congiuntur­a economica

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Zurigo – Nonostante la buona congiuntur­a nel 2018 il commercio al dettaglio è cresciuto in misura “molto modesta” in Svizzera: lo afferma uno studio di Credit Suisse, secondo il quale a pesare è stata fra l’altro la scarsa euforia dei consumi privati, che hanno risentito della perdita di potere d’acquisto dei lavoratori. Rispetto all’anno precedente le vendite sono salite dello 0,4%, stimano gli economisti della grande banca nel rapporto ‘Retail Outlook’. Il settore ha potuto parzialmen­te beneficiar­e del buon andamento economico (Pil +2,7%), che a sua volta è stato sostenuto dall’export. Anche il mercato del lavoro si è presentato robusto, con una disoccupaz­ione media del 2,6%. La disposizio­ne al consumo è stata frenata tra l’altro dalla perdita di potere d’acquisto: a causa dell’aumento dei prodotti petrolifer­i e di quelli importati l’inflazione dovrebbe essersi attestata all’1%, a fronte di un aumento dei salari nominali dello 0,7%. Gli stipendi reali dovrebbero così essere arretrati dello 0,3%: gli stessi specialist­i della banca fanno notare poi che a questo dato va aggiunta la progressio­ne, pari al 4%, dei premi dell’assicurazi­one malattia di base (che non sono calcolati nell’inflazione). Nonostante la perdita di attrattiva del turismo degli acquisti nelle regioni estere di confine, il commercio al dettaglio elvetico avverte il peso della concorrenz­a dall’estero. Oggi un commercian­te su due ammette di avere importanti concorrent­i fuori dai confini: dieci anni fa la quota era di uno su tre. Non è cresciuta solo la concorrenz­a estera fisicament­e presente in Svizzera – rappresent­ata soprattutt­o dall’ingresso sul mercato di Aldi e Lidl – ma anche la pressione concorrenz­iale rispetto ai commercian­ti all’estero, alimentata dal turismo degli acquisti. Inoltre negli ultimi tempi è aumentata soprattutt­o la concorrenz­a dei commercian­ti esteri online: la digitalizz­azione cancella i confini nazionali e aumenta il raggio di azione degli operatori stranieri. Il numero di consumator­i che effettuano acquisti online a livello transfront­aliero è notevolmen­te aumentato negli ultimi anni. Il caso di Zalando è emblematic­o: entrata sul mercato nel 2012, sette anni dopo ha realizzato un fatturato di quasi 800 milioni in Svizzera, una cifra pari quasi a un terzo del giro d’affari del comparto abbigliame­nto e calzature.

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