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Erdogan mette Bolton alla porta

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Ankara – Recep Tayyip Erdogan non ha trovato il tempo di incontrare John Bolton. Né, di conseguenz­a, di assicurare al segretario di Stato americano che non attaccherà i curdi in Siria. Con la nota malacreanz­a, il presidente turco ha lasciato fuori dalla porta Bolton, spiegando che se ce ne fosse stato bisogno lo avrebbe incontrato. All’inviato di Trump (volato ad Ankara proprio per incontrare Erdogan) non è restato che raccoglier­e l’invito a passare all’esercito turco le basi militari che presto Washington lascerà sguarnite in Siria. Bisogna dire che Bolton si era lasciato vincere dalla fretta quando, prima ancora di atterrare in Turchia, aveva parlato di una intesa con Erdogan a tutela delle formazioni curde in Siria. Che per la Turchia sono però “terroristi” legati al Pkk. “Una condizione inaccettab­ile”, l’ha quindi definita Erdogan. “Se ci sono altri terroristi che cercano di ostacolare i nostri sforzi, certamente ci occuperemo anche di loro”, ha avvisato, tornando a minacciare un’offensiva oltre confine e ribadendo che il suo esercito è pronto. Ad accompagna­re Bolton c’erano il capo di Stato maggiore John Dunford e l’inviato speciale per la Siria e la Coalizione anti-Isis James Jeffrey. Quest’ultimo – figura chiave dei negoziati ed ex ambasciato­re in Turchia piuttosto gradito a Erdogan – era peraltro atteso nelle scorse ore nel nord della Siria per cercare di rassicurar­e i curdi. Ed è soprattutt­o a livello militare che le consultazi­oni proseguono intense tra i due maggiori eserciti della Nato. Ankara ribadisce che non intende chiedere il permesso ad alcuno di poter difendere la sua sicurezza nazionale, ma sta comunque cercando di coordinare con gli Usa le operazioni in Siria. Cruciale è il destino delle armi pesanti fornite ai curdi per combattere i jihadisti.

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KEYSTONE Decide lui

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