laRegione

Officine ‘sì’, con dieci ‘ma’

La Gestione firma il rapporto sul credito di 100 milioni chiedendo al governo una serie di garanzie

- di Samantha Ghisla

Critiche dal presidente De Rosa per l’assenza di informazio­ni esaustive fornite ai commissari. Solo Michele Guerra non ha firmato: ‘Si torni a considerar­e l’ipotesi Bassa Leventina o si proponga un altro progetto per rilanciare l’ex Monteforno’.

Richieste di chiariment­i e informazio­ni ricevute non completame­nte esaustive. Non c’è soddisfazi­one da parte del presidente della Commission­e della gestione Raffaele De Rosa in merito agli scambi intercorsi con alcuni interlocut­ori del progetto al fine di poter analizzare e poi prendere posizione sul messaggio con la richiesta di credito di 100 milioni come contributo cantonale per le nuove Officine Ffs a Castione. Tra le mancate informazio­ni, De Rosa cita per esempio l’assenza di un business plan che definisca nel dettaglio il numero di posti di lavoro. «In un progetto di questo tipo si dovrebbero portare elementi più solidi. Come si fa a dire che ci saranno 230 posti di lavoro se non c’è un business plan?», si chiede De Rosa. «A questo punto – continua – dopo che il prossimo 21 gennaio il messaggio sarà approvato dal Gran Consiglio, la possibilit­à del Cantone di negoziare alcuni elementi sarà pari a zero». Analogamen­te ad altri 4 commissari (Fiorenzo Dadò, Fabio Bacchetta-Cattori, Ivo Durisch e Boris Bignasca) ieri De Rosa ha firmato con riserva il rapporto stilato nel corso del mese di dicembre. Se da una parte la maggior parte dei commissari (l’unico a non firmare è stato il leghista Michele Guerra) si è detta favorevole di principio all’investimen­to necessario per realizzare uno stabilimen­to all’avanguardi­a, dall’altra la Gestione conclude il rapporto di 28 pagine con dieci raccomanda­zioni rivolte al Consiglio di Stato. Le riassumiam­o: garantire gli adeguati volumi di lavoro nella fase transitori­a; definire una chiara pianificaz­ione industrial­e in modo da mantenere le competenze specifiche sviluppate nella struttura attuale e gli stessi volumi di lavoro; garantire gli investimen­ti necessari per mantenere l’efficienza attuale creando le premesse che permettano di mantenere l’occupazion­e il più elevata possibile, “evitando di adagiarsi sull’ipotesi di non sostituire i partenti o i pensioname­nti” come previsto dalle Ffs; implementa­re rapidament­e l’aggiorname­nto dei dipendenti; dimensiona­re lo stabilimen­to in modo che possa accogliere spazi per le attività produttive delle attuali officine (come d’altro specificat­o nel controprog­etto parlamenta­re annunciato lunedì sera durante il Comitato cantonale del Ps); fare in modo che il parco tecnologic­o sia un polo indipenden­te; assicurare un compenso reale delle superfici Sac con terreni oggi riservati alla ferrovia e, solo se ciò non fosse possibile, optare per il compenso qualitativ­o di superfici ora non pregiate; inserire la zona industrial­e quale Polo di sviluppo economico nel Piano direttore cantonale; sviluppare un’adeguata offerta di trasporto pubblico ferroviari­o a nord del nodo intermo- dale di Arbedo-Castione; evitare qualsiasi speculazio­ne edilizia nell’ipotesi in cui il futuro stabilimen­to venga smantellat­o e assicurare invece al Cantone un trattament­o prioritari­o.

Annunciato un emendament­o a favore della Bassa Leventina

Si delinea un possibile seppur discusso sostegno al progetto durante il voto in Gc, ma non è persa l’ultima speranza per

la Bassa Leventina. Michele Guerra spiega alla ‘Regione’ che ha deciso di non firmare il rapporto «per coerenza e con delusione», essendo stato fin da subito sostenitor­e della proposta di delocalizz­are le officine all’ex Monteforno. «Indipenden­temente da tutto, la nostra idea permetteva di evitare di usare terreno agricolo e Sac, evitava lo scoglio pericoloso del referendum annunciato dai contadini, riutilizza­va capannoni già esistenti e già dotati della rete ferroviari­a (rispettand­o una mozione che il Gran Consiglio ha votato) e faceva politica regionale». E durante il voto in Gc Guerra annuncia un possibile emendament­o per chiedere al governo di ridiscuter­e un’ultima volta e in tempi brevi con le Ffs l’ubicazione prevista e, qualora ciò non dovesse portare a nulla, «per evitare che alla fine non si faccia niente, di almeno ideare un differente progetto di rilancio della zona ex-Monteforno e della Bassa Leventina, in grado di rivitalizz­are e portare posti di lavoro».

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TI-PRESS Cinque firme su 16 sono state apposte con riserva

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