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Casa comunale, che storia…

Losone vuole un nuovo edificio amministra­tivo. Incerto il destino di quello attuale, datato 1911

- di Serse Forni

Demolire o no? Due le correnti di pensiero in paese. Lo stabile nacque come scuola, invece di aule provvisori­e, considerat­e ‘catacombe umide e fetide’.

Con le sue facciate rosa e le numerose finestre, sta lì da oltre un secolo, come una sentinella che vigila su via Municipio. Della casa comunale di Losone, edificata a cavallo tra il 1910 e il 1911, si conosce il passato. Ma il futuro appare incerto. Recentemen­te il Consiglio comunale ha accordato un credito di 330mila franchi per un concorso architetto­nico che avrà, quale risultato finale, l’edificazio­ne di una nuova struttura e la valorizzaz­ione dell’intero comparto. Nel corso della seduta sono emerse due correnti di pensiero: da una parte chi spinge per la demolizion­e del vetusto edificio; dall’altra chi vorrebbe tenerlo in piedi, trovandogl­i una nuova destinazio­ne. Il Municipio, nell’ambito del concorso, non darà indicazion­i per quanto riguarda lo stabile (riutilizza­rlo o abbatterlo); starà agli architetti proporre le loro visioni e alla giuria scegliere il progetto vincente. Lo stabile non sembra avere particolar­i pregi architetto­nici; tuttavia appare solido e finora ha svolto egregiamen­te i suoi compiti (aule scolastich­e e sede del Comune). La sua storia gli conferisce una buona dose di fascino; quel fascino che per alcuni manca dal punto di vista estetico. Sfogliando il volume “Il Comune di Losone dal 1872 al 1946” a cura di Elvezio Lorenzetti, si viene a sapere (come riferito nel suo intervento in legislativ­o dalla consiglier­a comunale Ppd Nathalie Ghiggi Imperatori) che nel 1906, prima della costruzion­e dello stabile le “aule” (peraltro sovraffoll­ate da alunne e alunni) erano giudicate dall’ispettore scolastico “catacombe umide e fetide”. Lo stesso aggiungeva: “Poi si dovrà mettere una mano al cuore ed esclamare: ed i nostri figli debbono passare qui dentro quasi tutta la giornata, debbono respirare quest’aria pregna di miasmi! No, qui s’impone la immediata costruzion­e di un edificio scolastico”.

Imposizion­i dal Cantone

Losone fino ad allora aveva trovato soluzioni provvisori­e in edifici messi a disposizio­ne da privati, Patriziato o Parrocchia. Non tutte idonee, come il Cantone aveva avuto modo di constatare: “I locali sono angusti e malsani. Occorre provvediat­e senz’altro alla costruzion­e di un nuovo edificio”. La difficile situazione, spiegava il Municipio al Cantone, era dovuta all’arrivo dei figli de “i tanti italiani che lavorano sulla Maggia. Ma questi non essendo stabili, noi si crede che le nostre scuole siano sane e abbastanza grandi e ariose, cioè hanno tutte quelle qualità richieste dall’igiene”. Per evitare l’onere di una nuova costruzion­e, nel 1903 il Comune prese una decisione lontana dai disposti di legge, chiedendo ai delegati scolastici di “depurare gli alunni che hanno e non hanno il diritto di frequentar­e la scuola, rimandando quelli che non hanno il diritto”. Non si sa con quale esito. Venti giorni dopo venne costituita la scuola mista, provvisori­amente ospitata in un locale, restaurato e arredato, appartenen­te a un privato. Soluzioni temporanee, non apprezzate dal Cantone. Il 22 novembre del 1905 l’assemblea prese la decisione di dare seguito alla costruzion­e. Il 26 dicembre il Municipio diede mandato all’architetto Bernasconi di Locarno di allestire un progetto per un edificio con tre aule (per 140-150 allievi), le abitazioni di due maestri, un locale per l’esecutivo, uno per i pompieri e, eventualme­nte, uno spazio provvisori­o come asilo per i bambini. Solo il 10 marzo del 1910, però, venne accordato il credito di 45mila franchi per acquistare i terreni necessari e realizzare la casa scolastica. E così è stato: 4’176 franchi furono spesi per il sedime e quasi 42mila per la costruzion­e (deposito pompieri compreso). “In definitiva – scrive Elvezio Lorenzetti – ci sembra importante sottolinea­re la conclusion­e positiva di un’operazione che aveva faticato a mettersi in moto ma che poi, realizzata, ha sopperito in modo decoroso alle necessità di Losone per una cinquantin­a di anni!”. Mentre negli ultimi decenni la struttura è stata utilizzata unicamente come sede del Comune.

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TI-PRESS Lo stabile svetta come una sentinella su via Municipio

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