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Palestra, il giusto prezzo

Comune di Terre di Pedemonte e Patriziato dovranno accordarsi sul sedime

- di David Leoni

Dopo l’approvazio­ne del credito di progettazi­one di massima di 160mila franchi, si aprono ora le trattative sulle modalità di cessione del fondo

Palestra multiuso con annesso rifugio della Protezione civile, il dado è tratto. Con l’approvazio­ne, a dicembre, del credito per la progettazi­one di massima da parte del legislativ­o di Terre di Pedemonte, si potrebbe pensare che il fatidico primo colpo di piccone, per questa struttura attesa da decenni dalla comunità, sia ormai dietro l’angolo. In realtà, però, le cose non stanno proprio così. Prima di poter calcare il pavimento della nuova sala sportiva, ci saranno ancora da superare alcuni ostacoli procedural­i. Abbiamo chiesto al sindaco del Comune, Fabrizio Garbani Nerini, di fare il punto alla situazione. «Prima di tutto spero che il voto unanime del Consiglio comunale sul progetto di massima sancisca anche il consenso politico a favore dell’opera. Non mi immagino davvero che qualcuno possa lasciarci spendere il denaro per il concorso e la progettazi­one per poi magari farsi avanti con argomentaz­ioni contrarie solo al momento del credito di costruzion­e, in modo del tutto irrazional­e. Non penso tanto a chi è attivo politicame­nte, bensì a qualche raro singolo cittadino azzeccagar­bugli che ogni Comunità deve, non di rado, sopportare». C’è poi il problema dell’accordo non ancora concretizz­ato con il Patriziato generale delle Terre di Pedemonte e Auressio, tuttora proprietar­io del sedime. Le prime trattative, avviate già dalla precedente Amministra­zione patriziale, non hanno sortito un rapido esito positivo. Con i nuovi vertici, il discorso è stato ripreso ma anche in occasione dell’ultima seduta di legislativ­o c’è stato chi, in sala, ha criticato l’atteggiame­nto poco conciliant­e del Patriziato. «Il diritto del Comune di potere disporre del sedime è sancito dall’apposito vincolo iscritto nel Piano regolatore, cresciuto in giudicato da molti anni. Questo non può venire rimesso in discussion­e, per cui siamo tranquilli. Occorrerà ancora accordarsi sulle modalità di cessione del fondo (attualment­e il Municipio preferisce la cessione, mentre il Patriziato propende per un diritto di superficie a lungo termine) e sul compenso economico (per calcolare il quale occorre tenere presente che l’area in oggetto era forestale prima del dissodamen­to legato al vincolo pianificat­orio, dunque di valore trascurabi­le).

Stabilire la superficie necessaria

L’accordo con il Patriziato permetterà, in seguito, di proseguire l’iter e di presentare il credito di progettazi­one definitiva dell’opera. «Con il progetto di massima potremo definire esattament­e la superficie da richiedere al Patriziato. Non è infatti detto che i bisogni reali coincidano con l’intero fondo previsto a Pr. Una volta definita l’estensione cercheremo di trovare con il Patriziato una soluzione concordata da presentare al Consiglio comunale insieme alla richiesta di credito per il progetto definitivo o, al più tardi, insieme alla richiesta del credito di costruzion­e». Quanto alla consegna alla cittadinan­za del nuovo palazzetto sportivo, «preferirem­mo non sbilanciar­ci troppo per non rimanere delusi. Stiamo costituend­o un team di progettazi­one completo che dovrebbe facilitare dal profilo tecnico l’avanzament­o dell’opera in tempi ragionevol­i. Sono ottimi pure i contatti con la Sezione del militare e della protezione della popolazion­e. Speriamo di passare alla progettazi­one definitiva tra alcuni mesi e alla richiesta del credito di costruzion­e verso la fine della legislatur­a, nella primavera 2020. Ma la prima scadenza è più certa della seconda, visto che per richiedere il credito di costruzion­e dovremo prima avere sul tavolo la licenza edilizia cresciuta in giudicato». Capitolo costi, «l’investimen­to netto sopportabi­le senza troppa fatica si aggira sui 4 milioni di franchi, o qualcosa in più a seconda dell’andamento di altri investimen­ti comunali. I costi lordi potranno essere maggiori. Da questi occorrerà poi dedurre gli importanti finanziame­nti cantonali per l’infrastrut­tura PCi ed eventuali contributi secondo la Legge sulla perequazio­ne, che al momento non possiamo ancora quantifica­re con esattezza».

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Non è ancora scoccata l’ora

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