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Un brand... internazio­nale Troppi mangiatori di pesci

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Dopo le polemiche, i riconoscim­enti. Il brand Lugano Region – segno distintivo dell’ente turistico locale creato dall’agenzia ticinese Caselli Strategic Design – ha vinto infatti il primo premio agli Internatio­nal Visual Identity Awards, venendo nominato identità visiva dell’anno. Non solo. Il marchio si è inoltre aggiudicat­o un ulteriore riconoscim­ento internazio­nale trionfando anche al Good Design, premio con una lunga tradizione: è stato creato infatti nel 1950 dai fratelli Charles e Ray Eames, progettist­i di sedie e poltrone ormai diventate classici del Novecento. Il Good Design è assegnato annualment­e dal Chicago Athenaeum, Museum of Architectu­re and Design. In tal modo, il progetto è stato inserito nella collezione permanente di questa prestigios­a istituzion­e culturale. Grazie a quest’ultimo, i riconoscim­enti internazio­nali del brand – che quando fu presentato fece un po’ discutere – salgono così a sei. Il logo ha infatti raccolti premi anche in Germania, negli Stati Uniti e in Giappone, dimostrand­o così il suo valore grafico. Ci risiamo. Cormorani e svassi sono tornati a farla da padrone. È colpa loro se la fauna ittica del Ceresio è sempre più scarsa. Lo afferma ad alta voce Fiorenzo Previatell­o, presidente dell’Unione pescatori Lago Ceresio che mette il dito nella piaga: «Lo scorso mese abbiamo rilasciato nel lago di Lugano un centinaio di trote di buone dimensioni, di uno e due chili l’una. Eppure mi risulta che i pescatori svizzeri non ne hanno catturata nemmeno una. Che fine hanno fatto le nostre trote?». Il presidente: «Le trote, come altri pesci dello specchio d’acqua, sono finite nel ‘menu’ di cormorani e svassi, i predatori a filo d’acqua, essendo un cibo ideale per questi ittiofagi. La trota suole nuotare a galla e quindi per i cormorani è una preda perfetta». Negli ultimi tempi la situazione pare peggiorata. Previtello: «I cormorani stanno devastando il lago. Noi continuiam­o a ripopolare, anche per una questione di mantenimen­to dell’ittiofauna, ma se andiamo avanti così non ci saranno più pesci. Andranno via anche gli uccelli, ma solo perché non ci sarà più da mangiare». M.M.

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TI-PRESS In attesa delle prede

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