‘Walk on Water’, non entrare in materia!
In un’ottica di pianificazione del territorio, la proposta di costruire sull’acqua, “fuori-suolo”, Walk on Water, interpella. A livello delle procedure applicabili, il progetto pone, infatti, di fronte all’inedito. Tuttavia, prima di focalizzarsi sulla scelta tecnica legata all’iter pianificatorio che permetterebbe di concretizzare il progetto, è necessario riflettere sulla coerenza territoriale e la legalità di quest’ultimo. Prima di pianificare, è necessario dibattere e stabilire se il principio stesso di una piattaforma privata, ad accesso pagante, sul Lago Maggiore, sia conforme al progetto di territorio sottoscritto ormai da anni da Confederazione e Cantone. A tal proposito, ricordiamo che la Legge federale sulla pianificazione del territorio stipula la necessità di “tenere libere le rive dei laghi e dei fiumi ed agevolarne il pubblico accesso e percorso”. A scala cantonale, la scheda del Piano direttore “Laghi e rive lacustri” menziona “l’insufficienza di aree a pubblica fruizione” e cita, inoltre, al capitolo “Sfide”, il bisogno di “riconoscere la riva quale fascia di transizione tra la superficie d’acqua e la terraferma incrementandone la valenza pubblica (…). Alla luce di tali principi, quale postura adottare? Forse, considerando anche lo stato preliminare del progetto, la risposta pianificatoria più pertinente sarebbe stata la “non entrata in materia”. La pianificazione del territorio, in quanto politica pubblica, ha il ruolo di difendere un progetto di territorio solido, coerente, sostenibile e in favore del bene comune. In determinate circostanze, questo ruolo dovrebbe manifestarsi con un atto di sanzione verso i progetti che non rispettano in modo esplicito gli obiettivi promossi dalla collettività pubblica. Ian Losa, urbanista Fsu
e geografo, Friburgo