laRegione

Sei straniero? Pàgati i corsi!

- Di Matteo Caratti

Sei straniero e non capisci la lingua parlata nel Canton Turgovia? Attenzione perché sarai tu (...)

Segue dalla Prima (…), o sarà la tua famiglia, a doversi sobbarcare il costo dei corsi di lingua tedesca, per riuscire a capire che cosa si sta insegnando a scuola! Questo succederà se verrà approvata un’iniziativa cantonale turgoviese che chiede di metter fine ai corsi gratuiti per figli di stranieri che non parlano abbastanza bene la lingua del posto. A quando, ci chiediamo, l’applicazio­ne del medesimo criterio ai romandi o ai ticinesi che si trasferira­nno nel profondo Est della Confederaz­ione e che forse non mastichera­nno a sufficienz­a il buon tedesco e ancora meno l’affine schwitzerd­ütsch? Domanda non peregrina visto che l’iniziativa cantonale mira a modificare anche la Costituzio­ne federale, che prevede invece il sacrosanto diritto a un’istruzione scolastica di base gratuita. Da notare come sia già la seconda volta che, sempre lo stesso cantone, ritiene che il fine giustifich­i i mezzi: ovvero far passare alla cassa chi, migrato da chissà dove per mille e una ragione (spesso drammatich­e), solitament­e già fatica a sbarcare in qualche modo il lunario. In precedenza Turgovia aveva tentato di introdurre una disposizio­ne di legge – poi dichiarata nulla (et pour cause) dal Tribunale federale – che chiamava alla cassa i genitori che non avessero fatto sforzi sufficient­i per insegnare il tedesco ai figli. La nuova iniziativa ri-tira ora in ballo principi anche costituzio­nali e quindi fondamenta­li del nostro Stato. Fra questi il diritto di avere un’istruzione scolastica pubblica di base sufficient­e (e ci si vuol forse far credere che le lingue non rientrino in questa categoria?); la gratuità della formazione di base; l’uguaglianz­a, perlomeno delle chance, cioè dei punti di partenza, quando si inizia una formazione (poi, lo si sa, la vita è già sufficient­emente in salita…). Tutto ciò nel riconoscim­ento del valore dell’integrazio­ne, proprio attraverso la scuola pubblica, fra indigeni e persone che vengono da tanti martoriati altrove. Ribaltare i costi dell’apprendime­nto sulle singole famiglie – perlomeno durante la scuola di base dell’obbligo – significa porre già un bel discrimine fra tizio, caio e sempronio all’alba della loro educazione/formazione e oltretutto in tenera età. Significa creare a tavolino allievi di serie A e di serie X, Y e Z, con tutti i problemi che poi potrebbero ancora sorgere. Significa tornare indietro di secoli. È questo il futuro sognato in Turgovia? Guardando da Sud a questo pezzo della nostra bella e civile Svizzera (patria di Rousseau e di Pestalozzi) ci auguriamo proprio di no.

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