Sanremo, la politica prima della musica
Come prevedibile, il giorno dopo le affermazioni del direttore artistico di Sanremo Claudio Baglioni, il dibattito, tutto politico, continua a tenere banco e difficilmente si placherà fino ai giorni della manifestazione (5-9 febbraio), la prima sotto la bandiera gialloverde del governo targato Lega e Movimento 5 Stelle. Dopo quel “sui migranti siamo alla farsa” di Baglioni, l’attacco frontale del vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini (“pensi a cantare”), la Rai getta acqua sul fuoco e per bocca dell’Ad Fabrizio Salini conferma il “clima di piena collaborazione” con il cantautore: “Stiamo lavorando per far sì che il direttore artistico, in un clima di piena collaborazione, possa realizzare, insieme a Rai1, un festival in linea con le aspettative del grande appuntamento”. Archiviata, per ora, l’ipotesi di epurazione del direttore artistico rimbalzata in indiscrezioni di stampa. Meno accomodante, solo qualche ora prima, era stata, in una lettera inviata a Dagospia, la direttrice di Rai1 Teresa De Santis. “Sono solo canzonette, o almeno dovrebbero esserlo. Invece, e non solo per responsabilità di Claudio Baglioni, sono state trasformate nel solito comizio”, scrive De Santis, aggiungendo: “Mi preme ricordare che Rai1 si chiama rete ammiraglia perché è la rete più importante e produttiva dell’azienda, guai ad attaccarla senza sapere che ci rimette l’intera Rai”. Una querelle che infiamma anche l’opposizione di governo, con il Pd che, a difesa di Baglioni, invoca l’intervento della Commissione di Vigilanza Rai accusata di “silenzio tombale”. Ma il presidente Alberto Barachini non ci sta: “Sto lavorando, non commento i retroscena né le provocazioni nei miei confronti”. E si spaccano anche i consiglieri di amministrazione: da una parte Rita Borioni difende Baglioni (“Non può essere una colpa avere un’opinione diversa dalla maggioranza di governo. La Rai deve essere il palco per tutte le voci, altrimenti è tv di regime”), dall’altra Giampaolo Rossi che ha trovato “del tutto fuori luogo le parole” del cantautore (“In una conferenza stampa è legittimo che i giornalisti facciano domande. Credo però che sia anche altrettanto giusto non rispondere. Il festival non è una tribuna politica”). Intanto, sul fronte dello spettacolo, sfuma il sogno di avere Checco Zalone. “Io superospite? Sono balle. Non ho il coraggio di andare all’Ariston, è un palco difficilissimo. E poi sarò in Kenya a girare il mio prossimo film, come faccio a tornare?”, ha detto alla trasmissione di Radio2 ‘I Lunatici’.