laRegione

Il doping dei politici

- di Fabrizio Sirica, candidato Ps al Consiglio di Stato

Cosa pensereste di un atleta che, nonostante il sospetto di utilizzo di doping, rifiuta ogni controllo? O più in generale, credete che per combattern­e la diffusione sia un buon metodo quello di affidarsi all’autodenunc­ia, cioè aspettare che l’atleta dica “sì, ho vinto quella gara grazie a un aiutino”? Il doping dei politici è il finanziame­nto occulto alle campagne elettorali. Migliaia e migliaia di franchi che aziende, fondazioni, associazio­ni di categoria o persone facoltose investono per aiutare i propri candidati a essere ovunque: dai cartelloni alle bustine dello zucchero, migliorand­o la loro comunicazi­one e l’immagine, aumentando le possibilit­à di elezione. Intendiamo­ci, non c’è nulla di male a ricevere un sostegno economico o in natura da persone che condividon­o gli ideali e le battaglie, ma è imperativo dare ai cittadini questa informazio­ne. In questo modo gli elettori possono valutare se quel finanziame­nto può influenzar­e, se una volta eletto, l’aiuto ricevuto influirà sulle scelte del politico, dalle assegnazio­ni di mandati a posizionam­enti su certi oggetti, sull’attivismo o la passività nell’affrontare certi dossier. Come ci ricorda laRegione dell’8 gennaio, dichiarare i finanziame­nti non è solo una questione etica. In Ticino c’è una legge che impone ai candidati di dichiarare finanziame­nti superiori ai 5’000 franchi (e ai partiti sopra i 10’000). È in vigore da più di 18 anni, sta per affrontare la sua quinta campagna al Consiglio di Stato e su più di 200 concorrent­i di questa competizio­ne elettorale, dal 2000 ad oggi, non ha mai visto un candidato al governo dichiarare un solo finanziame­nto. È possibile che campagne da centinaia di migliaia di franchi siano frutto solo di risparmi privati? No, non lo è. Non prendiamoc­i in giro, qui è palese quanto scandaloso che la legge non viene rispettata! C’è un obbligo di dichiarare, ma per espressa volontà politica non c’è nessuno strumento di controllo, il tutto è basato sull’autodichia­razione. Questo è uno dei tanti privilegi di una casta che fa leggi autorefere­nziali, per gestire il potere come se fosse cosa di pochi, come gli pare e piace nel silenzio di troppi, infischian­dosene dei diritti della popolazion­e! Dal canto mio, uno dei temi principali che porrò agli avversari e colleghi più “facoltosi” sarà proprio questo. Chi la paga la campagna? Quanto spendete? Sareste disposti a pubblicare preventivo e consuntivo? Siete d’accordo a sottoscriv­ere un’iniziativa parlamenta­re che ho preparato (che in caso di elezione presenterò io stesso al primo giorno utile) che chiede di inserire controlli e avere una reale trasparenz­a sui finanziame­nti? In attesa di imbarazzan­ti arrampicat­e sui vetri non mi resta che lanciare un appello anche a voi: ponete la questione, cercate le relazioni (che delle volte diventano conflitti) di interessi. Senza la spinta dell’opinione pubblica Governo e Parlamento continuera­nno a tutelarsi, nascondend­oci informazio­ni fondamenta­li per capire molti posizionam­enti politici. Non c’è democrazia senza trasparenz­a.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland