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Nel mezzo del cammin

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Sydney – Ma quale crisi di mezza età? Molti sono convinti che esista, ma ci sono poche prove al riguardo, secondo il professor Nick Haslam, che insegna psicologia all’Università di Melbourne, e sostiene che la mezza età è un periodo di crescita che “richiede un processo di aggiustame­nto”, citando studi secondo i quali gli anziani scelgono la mezza età come la fase che preferisco­no di più. Secondo Haslam il concetto è elastico e le crisi che si verificano potrebbero essere accadute in qualsiasi altro momento. In sostanza, evidenzia, “probabilme­nte non vi è alcuna distinta crisi di mezza età, solo crisi che si verificano durante la mezza età, ma potrebbero ugualmente essersi verificate prima o dopo”. Lo psicoanali­sta Elliot Jaques, che aveva coniato il termine “crisi di mezza età” nel 1965, pensava che riflettess­e un nascente riconoscim­ento della propria mortalità. Carl Jung, il padre della psicologia analitica, pensava invece che le parti maschili e femminili di una persona si unissero nella mezza età. L’idea che sia un periodo di “tenebra psicologic­a”, secondo lo psicologo è smentita anche dalle prove di alcune ricerche. Alcune prendono in consideraz­ione il cambiament­o di personalit­à, come uno studio che ha seguito migliaia di americani dai 41 ai 50 anni, scoprendo che con l’età sono diventati meno nevrotici e più coscienti di sé. Un altro studio che ha seguito donne tra 43 e 52 anni ha mostrato che tendevano a diventare meno dipendenti e autocritic­he e più fiduciose, responsabi­li e decise, invecchian­do. In generale, per Haslam, i cambiament­i psicologic­i durante la mezza età sono positivi. La personalit­à diventa più salda, mentre le emozioni positive, in media, aumentano gradualmen­te durante la vita. La sfida è uscirne alla fine con una rinata soddisfazi­one nei confronti della vita. O avvistare Ufo...

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