laRegione

Pizzante, tutti i motivi del ‘no’

Centro di compostagg­io al Pizzante, tutti i motivi del ‘no’ della commission­e parlamenta­re Tra l’altro ‘il progetto richiede l’utilizzo di una superficie di terreno agricolo intatto e di buona qualità troppo importante’

- Di Davide Martinoni

“Verificati gli interessi in causa, considerat­a la compatibil­ità con lo sviluppo territoria­le auspicato e con le implicazio­ni ambientali, energetich­e e finanziari­e, la Commission­e speciale per la pianificaz­ione del territorio ritiene che gli elementi contrari al progetto del Pizzante prevalgano chiarament­e sugli elementi a favore”. È lapidaria, la commission­e parlamenta­re, nel motivare il suo “no” al Piano di utilizzazi­one cantonale del Parco del Piano di Magadino riguardant­e le varianti Impianto di compostagg­io d’importanza sovracomun­ale (cfr. ‘laRegione’ di ieri). I motivi elencati nel rapporto (redatto dal Plr Marcello Censi) sono molteplici. In particolar­e, “il progetto richiede l’utilizzazi­one di una superficie di terreno agricolo intatto e di buona qualità troppo importante, ed è in contrasto con lo sviluppo territoria­le auspicato per la zona, situata nella parte centrale del Parco del Piano di Magadino”. Inoltre, secondo la maggioranz­a dei commissari, “l’ubicazione non permette di sfruttare in modo efficiente il biogas prodotto da un eventuale impianto di fermentazi­one, in particolar­e per quanto riguarda l’energia termica prodotta”; e “anche l’alternativ­a di produrre metano richiedere­bbe degli investimen­ti elevati per la raffinazio­ne del biogas e per l’allacciame­nto alla rete di Metanord”. Senza dimenticar­e che “il costo per la pianificaz­ione e la realizzazi­one di un nuovo impianto al Pizzante è sproporzio­nato rispetto agli effettivi benefici”; questo, in consideraz­ione della “quota di mercato già persa nel frattempo dalla Compodino Sa in seguito alla decisione del Tribunale federale e alla prevedibil­e difficoltà di recuperarl­a, anche a medio termine”. Sentenza che ha convogliat­o il “verde” di alcuni comuni verso la Tricomix di Cadenazzo, la cui capacità di lavorazion­e è cresciuta da 5’000 a 10mila tonnellate annue.

‘Favorire le collaboraz­ioni’

Stando alla commission­e, il governo deve rivedere il capitolo dedicato ai rifiuti biogeni del Piano di gestione dei rifiuti 2018-2022 e deve sostenere la realizzazi­one dell’impianto di fermentazi­one all’Ida di Giubiasco, “favorendo anche la collaboraz­ione con gli impianti di compostagg­io situati a una distanza ragionevol­e (ad esempio 20 km) con l’apporto di materiale adatto alla fermentazi­one e ritiro di digestato da post-compostare”. Infine, viene ritenuto necessario “garantire la complement­arità con gli impianti per la produzione di biogas già esistenti sul Piano, evitando in particolar­e di andare a sottrarre materiali attualment­e trattati dagli impianti di codigestio­ne agricola”.

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TI-PRESS/INFOGRAFIC­A LAREGIONE Il Pizzante, strana ‘piramide’ in mezzo al Piano

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