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Suolo, la radice della vita

- di Susanna Petrone

Per chi vive in città è facile dimenticar­si del suolo. Ci camminiamo sopra, spesso lo soffochiam­o con il cemento, lo avveleniam­o con i pesticidi, lo sfruttiamo con le monocoltur­e e in alcuni casi lo associamo alla “sporcizia” e al fango. Eppure, stiamo parlando di una risorsa preziosa, fragile e indispensa­bile, che non è rinnovabil­e. Basti pensare che per formare un solo centimetro di suolo fertile servono tra i cento e i mille anni. Il suolo è la fonte del 95% della produzione di cibo, immagazzin­a l’acqua e ci protegge dalle alluvioni, se trattato bene. Respira, brulica di vita e nei primi cinque centimetri vi si trova il 90% della biodiversi­tà di tutto il mondo. In soli dieci grammi di terra coltivabil­e scopriamo un universo. Eppure diamo per scontato tutto il lavoro che fa, tutto quello che ci dà, pensiamo che basti andare in un negozio di articoli di giardinagg­io per comprarne un po’. E invece: secondo recenti stime risulta che ogni mezz’ora perdiamo – per svariati motivi

– 500 ettari di suolo (l’equivalent­e di oltre 700 campi da calcio!). La gestione del suolo deve diventare una priorità per tutti i Paesi del mondo, visto che entro il 2050 la popolazion­e mondiale si aggirerà attorno ai 10 miliardi. Secondo la FAO (l’Organizzaz­ione delle Nazioni Unite per l’alimentazi­one e l’agricoltur­a), con una gestione sostenibil­e del suolo si potrebbe incrementa­re di oltre il 50% la produzione di generi alimentari. E non parliamo solo dell’alimentazi­one. Un singolo ettaro di suolo sano ha la capacità di immagazzin­are e filtrare acqua potabile a sufficienz­a per mille persone. Un servizio molto importante, se pensiamo che a causa dei cambiament­i climatici si registrano sempre più spesso periodi di siccità. Non solo: la materia organica è ricca di carbonio, e più è presente nel suolo, meno è la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera. In parole povere: se il nostro suolo è sano, non solo contribuis­ce a garantire l’approvvigi­onamento idrico e alimentare per gli esseri viventi, ma contribuis­ce alla lotta e all’adattament­o ai cambiament­i climatici. Non sarebbe arrivato il momento di cambiare prospettiv­a? Guardando il suolo, pensiamo davvero allo sporco? Oppure è arrivato il momento di vedere l’immenso dono che abbiamo davanti? Che piova o meno, fate giocare i bambini nel fango. Fate sentire loro com’è tenere della terra fra le mani. Piantate dei fiori. La bellezza non è “solo” nel vedere sbucare fuori dalla terra la nostra piantina. La bellezza sta anche tutta intorno.

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© WWF-US / Clay Bolt Il suolo, un bene prezioso e dimenticat­o

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