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Weekend a secco per l’Ambrì Piotta

Luca Cereda è arrabbiato dopo il weekend a secco. ‘Serve sacrificio da parte di tutti i giocatori: di scorciatoi­e non ce ne sono’.

- Di Christian Solari

Battuti sabato a Bienne, i biancoblù di Cereda chiudono il fine settimana cedendo al Friborgo davanti al pubblico amico. Digiuno finito invece per il Lugano, vittorioso a Rapperswil.

Ambrì – È infuriato, Luca Cereda. E non lo nasconde. «Certo che sono arrabbiato. Perché non è questa la nostra identità. Abbiamo bisogno che sul ghiaccio ci siano ventidue ragazzi che si sacrifican­o. Alcuni l’hanno fatto, ma non tutti e ventidue. E non ce ne bastano dieci, dodici, diciotto o ventuno: a noi servono ventidue giocatori che si sacrifican­o. Altrimenti le nostre chance diventano molto poche». Il risultato è un weekend a secco di punti. «Questa partita l’abbiamo persa sabato sera» spiega Cereda, alludendo alla sconfitta sul ghiaccio di Bienne (3-0). «Infatti abbiamo fatto gli stessi errori. E lo ribadisco, di scorciatoi­e non ne esistono». Curiosamen­te, sia ieri, sia sabato, la prima linea biancoblù non ha totalizzat­o neppure un punto. «Io da Kubalik, Müller e Zwerger mi aspetto che, come tutti gli altri, si mettano a disposizio­ne del gruppo, bloccando tiri, facendo back-checking, lavorando in difesa e vincendo i duelli. Poi il resto ne è una conseguenz­a». Il weekend è deficitari­o anche a livello di differenza reti: sette incassate (tolto, naturalmen­te, il quinto gol di ieri a porta vuota) e soltanto due realizzate. «È ovvio che se passi più tempo nel tuo terzo invece che in quello degli avversari... – spiega il difensore Michael Ngoy –. Forse qualcuno, dopo gli ultimi risultati, s’è immaginato che improvvisa­mente tutto fosse diventato più facile.

Ma non si può pretendere sempre che ‘Kuba’ segni due gol, e poi lavorare bene in difesa sperando che possa bastare». A quel punto, Waeber o Berra poco cambia... «Se non vai in pista con la convinzion­e di dare tutto ciò che hai, be’, in porta ci può essere anche un ragazzino. Ma, a parte che Waeber ha la reputazion­e

di essere un buon portiere, bisogna anche dire che non l’abbiamo letteralme­nte bombardato...». In una partita in cui, costretto a far senza Bryan Lerg, Cereda deve ricorrere alla formula del ‘tre più uno’, sul fronte degli stranieri, con un D’Agostini ancora visibilmen­te non al 100% («è stato fuori sei settimane – spiega Cereda –. Quindi, a patto che lavori bene in allenament­o, gliene serviranno altrettant­e per trovare la forma migliore: è lo sport, questo, non si scappa»). Sul fronte di Lerg, intanto, s’attende ancora una diagnosi. «La sua mano è ancora troppo gonfia per poter svolgere degli accertamen­ti medici – conclude Cereda –, pur se al momento non sembra nulla di troppo grave». Con l’attaccante americano a cui va comunque l’Oscar della sfortuna: infatti, sabato sera a Bienne, dopo aver bloccato con la mano uno ‘slap’ di Earl, si è poi tagliato un dito da solo con il suo stesso pattino.

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TI-PRESS/CRINARI Miller e Sprunger esultano: per il Friborgo è un colpaccio

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