Il parco regionale sembra piacere alla popolazione
La fase d’istituzione scatterebbe nel 2020. Lo studio di fattibilità comprende numerose strategie collegate al progetto volte a rilanciare l’economia della valle.
All’appello manca il parere della popolazione. Quella dei tre Comuni Calanca, Rossa e Buseno che hanno aderito al progetto e che il 15 febbraio dovranno decidere se consentire al gruppo di lavoro, costituito dagli enti locali, di inoltrare la candidatura per la realizzazione del parco regionale della Calanca. La votazione popolare è un punto cruciale per dare seguito all’iter pianificatorio scattato dopo il ‘No’ al più vasto progetto intercantonale del Parc Adula, affossato nel 2016 per volontà delle altre regioni coinvolte e per il quale gli abitanti dei tre Comuni si erano invece nettamente schierati a favore nelle misura del 77%. Un risultato che aveva evidenziato la volontà degli abitanti, concorde a quella delle autorità politiche, di avere sul proprio territorio un incentivo di rilievo per salvaguardare e valorizzare il carattere naturale, culturale e selvaggio della valle: il punto di forza della regione su cui pianificare strategie per rafforzare l’economia e aumentare l’attrattiva per potenziali nuovi domiciliati. Strategie ben definite nello studio di fattibilità per il quale – altro punto incoraggiante – l’anno scorso le tre assemblee comunali avevano stanziato a larga maggioranza i relativi crediti. Uno studio presentato venerdì in occasione della serata pubblica organizzata ad Arvigo. Se la votazione dovesse spianare la strada alla candidatura, si procederebbe a inoltrarla all’Ufficio federale dell’ambiente. Nel gennaio 2020 potrebbe poi iniziare la fase d’istituzione per una durata di tre anni, con la fase d’esercizio che scatterebbe nel 2024. Lo studio di fattibilità affidato a Birgit Reutz e Sascha Pizzetti prevede che il parco occupi circa 120 chilometri quadrati e si estenda lungo il territorio dei tre Comuni, comprendendo pure la particella 2029 di Mesocco.
Un piano da quasi quattro milioni
Il piano di gestione descritto nel dossier identifica quattro obiettivi specifici da raggiungere. Ciò tramite numerosi progetti, misure e altre opere per un investimento complessivo pari a 3,81 milioni. Un importo quantificato sui primi quattro anni (tre di fase d’istituzione e uno di fase d’esercizio), finanziato da Confederazione (nella misura del 50%, circa 1,9 milioni), Cantone Grigioni (40%, circa 1,5 milioni) e dai tre Comuni assistiti dagli sponsor (10%, 381mila franchi). Il primo obiettivo è la salvaguardia e la valorizzazione della qualità della natura e del paesaggio, che nell’arco di quattro anni richiederà un budget di 990mila franchi. Oltre al monitoraggio degli spazi vitali e dei biotopi, si prevede il catasto delle zone valorizzabili e dei fabbricati degni di conservazione, il recupero di elementi paesaggistici tradizionali (per esempio muri a secco e selve castanili), la creazione di percorsi tematici, la realizzazione dell’Alta via degli alpeggi e il sostegno a piccoli progetti innovativi per promuovere l’agricoltura locale. Il secondo obiettivo strategico riguarda il
rafforzamento dell’economia orientata allo sviluppo sostenibile (per questo settore si prevedono 845mila franchi di investimenti). Per aumentare i posti di lavoro in valle s’intende puntare sul turismo, anche attraverso un gruppo di lavoro con attori del settore. Questo per elaborare nuove offerte turistiche collegate al parco da sfruttare con nuovi alloggi. Al fine di valorizzare prodotti locali e promuoverne
lo smercio, si ipotizzano un caseificio della Val Calanca, un marchio del parco per certificare i prodotti e un punto informativo e di vendita. Previste anche analisi sulla mobilità sostenibile. Altro obiettivo cardine, la sensibilizzazione e l’educazione ambientale – per un investimento di 875mila franchi – attraverso, per esempio, lo sviluppo delle offerte didattiche e formative. Si prevedono
poi una piattaforma centrale per promuovere le attività e un’App del parco per smartphone. Da ultimo l’obiettivo “Gestione, comunicazione e garanzia territoriale”. Tra le altre operazioni, poco più di un milione servirà per organizzare e gestire il parco, realizzare l’ufficio centrale ad Arvigo e sviluppare il settore marketing e comunicazione.