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Battisti è atteso in Italia

Condannato all’ergastolo per quattro omicidi, l’ex terrorista oggi a Roma Si è conclusa in Bolivia la vicenda quarantenn­ale di uno dei personaggi più controvers­i della stagione della lotta armata

- Ansa/Red

Espulsione dalla Bolivia ed ergastolo. È quanto attende Cesare Battisti appena tornerà in Italia. Questione di ore. “La fuga è finita, giustizia è fatta”, dice il guardasigi­lli Bonafede. Ed è lui stesso ad annunciare che l’ex terrorista dei Pac non passerà per il Brasile ma “tornerà in Italia direttamen­te dalla Bolivia” dove è stato catturato. Una procedura che permette di aggirare l’accordo sottoscrit­to dal precedente governo con il Brasile per estradarlo e che obbligava ad applicare la pena massima di 30 anni escludendo il carcere a vita, ossia la condanna prevista dalle sentenze passate in giudicato. Quando a Bonafede, dopo la cattura di Battisti, hanno chiesto se lui quell’intesa l’avrebbe firmata, ha risposto che “parlare del passato non ha senso: in quel momento è stata fatta una valutazion­e e si è ritenuto fosse meglio riavere indietro Battisti per fargli scontare 30 anni che non averlo”. Ma poco dopo arriva una sterzata che cambia lo scenario: Battisti non sarà riportato in Brasile, come sembrava in un primo momento. Uscirà direttamen­te dalla Bolivia, Paese a guida socialista, che “ha mostrato piena collaboraz­ione e non ha dato nessun seguito alle richieste di appoggio avanzate da Battisti”, dice il guardasigi­lli. Respinte anche le richieste di asilo, avanzate dall’ex terrorista tramite il proprio legale il 18 dicembre scorso e approdate sul tavolo del ministro boliviano il 21. Formalment­e l’iter per l’estradizio­ne dal Brasile è cosa chiusa dal 2011. Ma da allora sono stati tanti i colpi di scena senza esito, complice soprattutt­o il clima politico nel Paese sotto la presidenza Lula. E sull’intero caso ha pesato a lungo il ‘veto’ all’estradizio­ne posto proprio da Lula: lo stesso tribunale federale brasiliano dichiarò “estradabil­e” Battisti, ma stabilì che quel veto, contro cui l’Italia fece ricorso, non era impugnabil­e. Le cose sono cominciate a cambiare davvero con Temer e poi c’è stata l’inversione di rotta con Bolsonaro. Ma l’intesa con il Brasile che escludeva l’ergastolo, conclusa all’indomani della cattura di Battisti dopo una tentata fuga sempre in Bolivia, restava in piedi. “In Brasile – spiega l’ex direttore degli Affari di Giustizia del ministero, Raffaele Piccirillo, che seguì il caso quando ministro era Andrea Orlando – l’ergastolo non c’è, è vietato dalla Costituzio­ne: per questo l’Italia si è impegnata a garantire che a Battisti, una volta estradato, doveva essere applicata la pena massima di 30 anni”. Ora, però, non si tratta più di estradizio­ne. “Espulsione immediata dalla Bolivia”, dice Bonafede quando mancano poche ore al decollo dell’aereo che riporterà Battisti in Italia. E bypassato il Brasile via La Paz, si può aggirare anche lo “stop” all’ergastolo previsto dall’intesa del 2017: Battisti è stato consegnato dall’Interpol Bolivia alla contropart­e italiana all’aeroporto di Santa Cruz. Una volta atterrato a Roma, a Ciampino, sarà portato quasi di certo a Rebibbia.

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KEYSTONE Ai tempi del primo arresto in Brasile nel 2007

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