Frana con morto sulla statale 34, fra gli indagati c’è il sindaco di Cannobio
Lo studio del dipartimento di ingegneria dell’Ambiente, territorio e infrastrutture del Politecnico di Torino, che ha fotografato la situazione della montagna “marcia” che sovrasta la statale 34 del Lago Maggiore da Ghiffa al confine di Stato, è stato acquisito dal sostituto procuratore Sveva De Liguoro, titolare dell’indagine sull’incidente mortale del 18 marzo 2017 lungo la litoranea occidentale del Verbano a seguito della frana, caduta in località Poncetta di Cannobio, che si portò via la vita di un centauro ticinese. Al magistrato inquirente di Verbania – titolare anche dell’indagine della frana del 1° aprile 2018, sulla statale 337 della Valle Vigezzo, all’altezza di Meis di Re, che portò via la vita di due coniugi del Locarnese – l’attenta lettura dello studio dei ricercatori torinesi può tornare utile nella formulazione della richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di sei indagati per il reato di frana, omicidio e lesioni colpose, per le ferite riportate da una giovane la cui autovettura era arrivata pochi secondi dopo il motociclista ticinese. Fra gli indagati c’è anche Giandomenico Albertella, sindaco di Cannobio, nonché presidente dell’Unione Comuni Alto Verbano, accusato di non aver portato a termine un’azione amministrativa in grado di prevenire quanto purtroppo è successo e che – stando a geologi e ingegneri del Politecnico – potrebbe capitare ancora, in qualsiasi momento e in qualunque punto, come è accaduto lo scorso 6 novembre, sempre in località Poncetta.