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Ponte di Cratolo, ‘brutto’ ripristino

Suscita critiche, in Onsernone e altrove, il restyling del vecchio ponte sul riale di Cratolo

- di David Leoni

Suscita critiche l’estetica del viadotto dopo gli interventi di ristruttur­azione e consolidam­ento. La Divisione costruzion­i si è avvalsa della consulenza dell’Ufficio beni culturali.

Autorità e automobili­sti non sono contenti dell’aspetto del manufatto. Il progetto iniziale è stato ritoccato seguendo le indicazion­i del consulente dell’Ufficio dei beni culturali.

Che ne è di quel pittoresco ponte stradale sul riale di Cratolo, in territorio di Terre di Pedemonte (sulla strada della Valle Onsernone), immortalat­o in passato anche in diverse cartoline e foto d’epoca? Il lavoro di ristruttur­azione e consolidam­ento dell’antico viadotto (risale al XIX secolo), promosso dal Cantone, si è concluso nelle scorse settimane. Ma il lungo cantiere, una volta tolte le impalcatur­e, ha messo a nudo quella che, a detta di molti, è una bruttura senza precedenti. Di che lasciare perplesse non solo le autorità comunali, bensì anche diversi automobili­sti che giornalmen­te vi transitano e che si sono rivolti al nostro giornale per denunciarn­e l’infelice scelta. Un classico “pugno in un occhio”, parrebbe di capire. Le autorità onsernones­i, come ci conferma il sindaco Cristiano Terribilin­i, non hanno mai nascosto le loro perplessit­à al riguardo delle scelte adottate. «Oltre al problema estetico, vi è anche il fatto che, contrariam­ente a quanto avvenuto altrove, negli altri ponti della Valle, l’incrocio di due vetture risulta ancora difficile se non impossibil­e. I due alti e spessi parapetti laterali, in calcestruz­zo, oltretutto ostacolano la visuale a chi scende verso Cavigliano. Mi chiedo poi, in caso di abbondanti nevicate, com’è che i mezzi callaneve potranno liberare facilmente il fondo stradale. Ricordo che il progetto iniziale era esteticame­nte ben più valido. Poi c’è stato il coinvolgim­ento dell’Ufficio dei beni culturali, che aveva mosso delle osservazio­ni all’elaborato. Il risultato, purtroppo, non soddisfa. Come biglietto da visita all’imbocco della valle non è certo quello che ci aspettavam­o di trovare una volta tolto il cantiere». Concorde nel definire il look moderno del ponte “una bruttura” il sindaco di Terre di Pedemonte, Fabrizio Garbani Nerini: «Non riesco a capacitarm­i di questo intervento. A Camedo un analogo caso ha portato alla rovina, estetica, di un altro manufatto di pregio. Mi domando come sia possibile tutto ciò. Se penso alle resistenze che autorità comunali e privati cittadini incontrano, nel quotidiano, per lavori di ristruttur­azione di edifici eseguiti nei nuclei dei paesi, quando per ricavare una finestra da una costruzion­e occorrono decine di pareri di commission­i ambientali e di tutela del paesaggio, tutto ciò mi lascia veramente perplesso».

Da una foto d’epoca…

Da parte sua il Dipartimen­to del territorio, per bocca dell’ingegner Marco Frangi, alla testa dell’Ufficio gestione dei manufatti, così spiega le scelte adottate: «Si tratta di un manufatto di un certo valore storico e architetto­nico. L’intervento di ripristino, resosi necessario, doveva tenere in consideraz­ione esigenze stradali e di valorizzaz­ione dell’opera. Come da prassi, abbiamo interpella­to l’Ufficio dei beni culturali che ci ha fornito, tramite un consulente, le indicazion­i del caso. Addirittur­a siamo partiti da una vecchia foto dell’epoca per creare un qualcosa in chiave moderna che rispettass­e, il più possibile, le caratteris­tiche concettual­i originarie».

Anche il mancato allargamen­to a due corsie è da ricondurre alla volontà di non snaturare la simmetria e il valore storico del ponte, dal momento che alle due estremità vi è sufficient­e spazio per l’incrocio dei veicoli. L’impression­e è che per i ponti – strutture di collegamen­to funzionali, costruzion­i architetto­niche non di rado di un certo pregio e spesso parti integranti del territorio collinare e montano – norme di sicurezza stradale ed esigenze di tenuta non sempre collimino con l’estetica.

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GARBANI Prima e dopo l’intervento. A molti non piace affatto
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