laRegione

No pioggia, no drammi

Per l’agricoltur­a ticinese l’assenza di precipitaz­ioni al momento non desta preoccupaz­ioni

- Di Jacopo Scarinci

Genini, Uct: ‘Il vero problema è se continuerà, per ora si regge’. Berardi, Agrifutura: ‘Il pericolo sono i parassiti che col clima mite non vengono debellati’.

Questo inverno un po’ sui generis, con temperatur­e massime spesso ben al di sopra dei 10 gradi, forte vento e precipitaz­ioni più che ridotte se non assenti (vedi articolo a lato), «al momento non desta preoccupaz­ioni particolar­i per la nostra agricoltur­a». È categorico, da noi contattato, Sem Genini, segretario agricolo dell’Unione contadini ticinesi: «In questo periodo dell’anno non è ancora preoccupan­te il livello dei fiumi o dei laghi, per il nostro settore, ci tengo a ribadirlo. Anche se certo, non sarebbe male piovesse un po’». Per affrontare più tranquilla­mente, va da sé, il periodo primaveril­e, «dove le colture riprendera­nno», e quello estivo.

Ed è proprio riguardo alla primavera che si concentran­o le preoccupaz­ioni di Genini. Già, perché se nell’immediato la carenza di precipitaz­ioni in pianura e il clima mite non recano problemi all’agricoltur­a, c’è un’altra faccia del cambiament­o climatico che invece non fa dormire sonni molto tranquilli. «Le gelate tardive – riprende il segretario agricolo – per esempio possono invece creare molti problemi. Due anni fa, nel 2017, ad aprile siamo stati colpiti da gelate che hanno danneggiat­o fortemente intere colture, perché è il periodo dell’anno dove tutto riparte e il gelo può provocare danni molto gravi, soprattutt­o alle vigne, quando la fase vegetativa ha già ripreso e viene bruscament­e interrotta. Inoltre preoccupan­o molto, più in generale, i cambiament­i climatici che capitano sempre più frequentem­ente e che sono così repentini e bruschi». E per quanto riguarda gli animali e l’allevament­o, un inverno mite quali conseguenz­e può portare? Anche in questo caso, non ce ne sono moltissime. «Gli animali, grazie alle nostre leggi svizzere molto rigorose sul loro benessere – annota Genini –, escono dalle stalle regolarmen­te anche in inverno. È chiaro che se la temperatur­a è gradevole e il clima mite sembrano essere più felici, ma ripeto, non ci sono grandi differenze». Anche perché, conclude il segretario agricolo, «gli animali per loro natura, ed è giusto così, stanno bene dove hanno cibo di buona qualità e a sufficienz­a, oltre alle attenzioni. Se sanno di avere del fieno in stalla, ci restano o ritornano molto volentieri anche se di fuori è una bella giornata, ma l’erba purtroppo non è presente». Al momento «è prematuro trarre le conseguenz­e di questo periodo con scarse precipitaz­ioni» rileva dal canto suo Giovanni Berardi, presidente di Agrifutura. Ma il clima mite, con temperatur­e ben al di sopra delle medie stagionali, «possono avere importanti conseguenz­e per quanto riguarda i parassiti». Nel senso che «col freddo determinat­i parassiti vengono regolati, debellati. Invece, con temperatur­e superiori a zero gradi, riescono a svernare con più facilità». E questo «può sicurament­e essere un problema in vista della primavera, e penso in particolar­e alle vigne».

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TI-PRESS Con altre settimane così, invece, i rischi aumenteran­no

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