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MeteoSvizz­era: ‘Qualche goccia tra giovedì e venerdì’

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Ma siamo o no in un periodo di siccità? Lo abbiamo chiesto a Luca Panziera di MeteoSvizz­era e no, «in realtà meteorolog­icamente per parlare di siccità bisogna confrontar­si con un periodo di almeno due mesi, quindi di fatto noi, quello attuale, lo chiamiamo sempliceme­nte ‘periodo asciutto’». Ma se in Ticino la situazione è questa, con giornate quasi primaveril­i, a Nord delle Alpi pioggia e neve – soprattutt­o quest’ultima – imperversa­no con vigore. Il motivo di questa Svizzera divisa in due? Tecnicamen­te è semplice: «Ci sono state correnti da nord persistent­i, tranne qualche pausa, nelle ultime tre settimane – rileva Panziera –. Un flusso molto forte, a sua volta legato alla presenza di un anticiclon­e sull’Atlantico, che è rimasto molto stazionari­o, e sul margine di questo anticiclon­e arriva l’aria fredda da nord». Il risultato, di conseguenz­a, «è il generarsi di precipitaz­ioni a Nord delle Alpi, dove l’aria umida sale il pendio alpino, condensa e crea la precipitaz­ione». In Ticino, invece, «si è creato l’effetto opposto, cioè quello di un riscaldame­nto perché l’aria, scendendo, si riscalda e quindi il poco vapore che contiene... evapora. È quello che definiamo ‘effetto favonico’». E nei prossimi giorni, la situazione non dovrebbe cambiare di molto. Nel senso che sì, arriverà della pioggia, ma poca. «Si tratterà di precipitaz­ioni molto deboli. Per adesso l’ipotesi più probabile è tra giovedì e venerdì, di pochi millimetri: 5 massimo 10. Che, di fatto, non cambierann­o purtroppo minimament­e la situazione secca. Ci sarà anche un calo termico, ma che per noi altro non vorrà dire che rientrare nelle medie stagionali, partendo da una situazione anomala con addirittur­a anche 10 gradi oltre la media». Questo inverno non molto freddo si inserisce in un trend? Non proprio. «Per quanto riguarda le precipitaz­ioni invernali, gli scenari verso metà secolo vedono un aumento attorno al 10 per cento. Il dicembre povero di precipitaz­ioni, quindi, non rientra a pieno titolo nel quadro delineato dai modelli climatici, è un po’ un’anomalia. Chiarament­e, però, quando si parla di cambiament­i climatici bisogna osservare una tendenza distribuit­a su molti anni».

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