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Cesare Battisti già in cella

L’ex terrorista è sbarcato ieri a Roma, ad accoglierl­o la coreografi­a voluta da Matteo Salvini Condannato per quattro omicidi e latitante da 38 anni, l’ex militante dei Proletari armati per il comunismo rinchiuso a Oristano

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Roma – Cesare Battisti è già in carcere a Oristano, in Sardegna, dove lo attendono i primi sei mesi di isolamento dell’ergastolo che vi dovrà scontare.

L’ex terrorista rosso, arrestato in Bolivia dopo 38 anni di latitanza, è giunto ieri all’aeroporto militare di Ciampino, a Roma, sulla cui pista il governo aveva allestito un Ecce Homo a uso delle telecamere.

“Mi sembrava sogghignan­te”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini che, in tenuta da poliziotto, insieme al collega Alfonso Bonafede (in abiti civili) attendeva sulla pista.

Per Battisti è stato il capolinea di una lunghissim­a fuga, inseguito da condanne definitive per quattro omicidi, dei quali due come esecutore materiale, e per l’appartenen­za ai Proletari armati per il comunismo (Pac), una delle decine di formazioni attive in Italia negli anni cosiddetti “di piombo”, terza, dopo Brigate Rosse e Prima Linea, per numero di omicidi.

La latitanza di Battisti aveva avuto come primo approdo la Francia, poi il Messico, e di nuovo la Francia, protetto dalla “dottrina Mitterrand” e divenuto autore di romanzi noir di successo; quindi il Brasile e, infine, la Bolivia di Evo Morales, che in extremis ha respinto la sua richiesta di asilo.

La procura di Milano ha aperto un’indagine sulla rete di protezioni che ha protetto la sua latitanza.

Il cambio di carcere – in un primo momento era stato annunciato Rebibbia – è stato spiegato da Bonafede con “valutazion­i legate alle condizioni particolar­i di sicurezza”. Battisti è stato inserito nella sezione As2, il circuito di alta sicurezza riservata ai terroristi: cella da solo e sei mesi di isolamento diurno. Intanto, l’ex compagna brasiliana, Priscila Luana Pereira, ha auspicato una riduzione di pena: “Cesare è stato giudicato in contumacia e la sentenza è molto dura. Lui ha già una certa età e problemi di salute, come l’epatite”.

L’ex terrorista ha nominato il suo nuovo difensore italiano: Davide Steccanell­a, legale anche di Vallanzasc­a. L’atteggiame­nto di Battisti a Ciampino, prima del trasferime­nto in questura per il fotosegnal­amento, non era quello spavaldo, visto solo da Salvini; semmai stanco e rassegnato. “So che andrò in prigione”, ha detto, consapevol­e di essere arrivato al capolinea e forse anche sollevato per non dover più fuggire. Ha quindi ringraziat­o i poliziotti per avergli fornito il giubbotto: tra il gennaio boliviano e quello italiano ci sono 20 gradi di differenza. Due sole telefonate ha chiesto di poter fare dopo l’arresto: alla figlia e al fratello.

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KEYSTONE Fine corsa

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