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La scienza in abiti sportivi

Da martedì 22 gennaio fino a venerdì 25, settima edizione di Sportech al Cst di Tenero

- Di Beppe Donadio www.sportech20­19.ch).

Laboratori e conferenze per avvicinare giovani e docenti alle tecnologie partendo dal gesto atletico. Mercoledì 23, dalle 17.30, serata aperta al pubblico.

Per gli anglosasso­ni è “Stem” (science, technology, engineerin­g, math); per i germanofon­i è “Mint” (Mathematik, Informatik, Naturwisse­nschaften, Technik, ovvero matematica, informatic­a, scienze naturali e tecnica). Per usare parole di Bixio Caprara, direttore del Centro sportivo di Tenero (Cst), «le scienze dure», che tramite lo sport possono diventare più affascinan­ti di quanto spesso non sono. A questo si adoperano le Giornate della scienza e della tecnologia applicate nello sport dette Sportech, in programma al Cst dal 22 al 25 gennaio.

La settima edizione è stata ufficializ­zata ieri nello Studio 2 della Rsi di via Besso, introdotta da Enrico Carpani: «Da sempre lo sport è la vetrina privilegia­ta di tutte le innovazion­i tecnologic­he applicate alla tv», ha esordito il responsabi­le del dipartimen­to sport. «Prendete i Mondiali di calcio in Messico: per la prima volta si sono visti il giallo delle maglie del Brasile e l’azzurro di quelle italiane».

Dalle parole di Bixio Caprara, il presente dell’evento: «Un impegno grande, che non può essere per ora annuale. Ma la pausa di 3 anni che ha condotto a questa settima edizione ci ha portato il partenaria­to con la Supsi, un salto decisivo per il completame­nto di un progetto di qualità e per lo sviluppo decisivo dell’idea di partenza».

‘Più consapevol­ezza in ambiti Mint’

Il partenaria­to con Sportech va ad aggiungers­i ad altre iniziative della Supsi in questo campo, come Matematica­ndo, i progetti di Robotica educativa, Promtec e i TecDay. Dell’importanza della nuova collaboraz­ione si è fatto tramite il direttore generale Franco Gervasoni, ricordando come «rispetto a 10-15 anni fa, chi si forma oggi deve avere consapevol­ezza in ambiti Mint». Un bagaglio che non riguarda soltanto i giovani, ma anche chi li deve formare. «Troppi docenti affrontano il tema con paura, non trasmetten­do entusiasmo, forse per aver vissuto con avversione le scienze dure nei loro percorsi formativi», ha spiegato Laura Banfi Moser, responsabi­le dell’Accademia svizzera delle scienze tecniche (Satw) per la Svizzera italiana, sorta di «antenna» cui spetta il compito di identifica­re «in anticipo sviluppi rilevanti nel settore Mint e informare politica e società». Banfi Moser ha sottolinea­to anche come il settore includa materie che interessan­o pure «chi non necessaria­mente sceglierà la carriera dell’ingegnere o quella dello scienziato». In questa direzione, «lo sport come concepito da Sportech può certamente aiutare nell’intento».

Sulla via per essere nazionale

Per Alan Matasci, sostituto direttore Cst e presidente del Comitato d’organizzaz­ione, «Sportech ha il potenziale per diventare evento nazionale». Il trend in crescita dei laboratori (36 nel 2016, 43 quest’anno) parla da solo. «Accogliamo oggi 160 classi, superando la soglia dei 3mila partecipan­ti».

Tra i molti laboratori, spiccano per originalit­à il Cognifoot (sorta di videogame giocato con un pallone per testare tempi di risposta e precisione) e il k-Pass, sistema di analisi biomeccani­ca delle partenze nel nuoto. Nel commentare i grafici del gradimento, Matasci ha ricordato le conferenze dei profession­isti del settore: martedì 22 alle 20 sarà la volta di Adriano Bacconi, i cui modelli di analisi tecnico-tattica in campo calcistico sono stati applicati alla nazionale italiana del 2006 e all’Inter. A Bacconi si unirà il campione del mondo Gianluca Zambrotta, per approfondi­re l’aspetto umano del calciatore. Mercoledì 23 alla stessa ora, anticipato dall’apertura al pubblico di tutti i laboratori (dalle ore 17.30), l’incontro con l’alpinista Hervé Barmasse, che Reinhold Messner considera il proprio erede. «Creeremo nuovi ingegneri», aveva esordito Caprara. Ne è convinto anche Carpani, che ha congedato i presenti con un auspicio più universale: «Nuovi ingegneri o nuovi sportivi, ciò che più conta è che possano essere bravi adulti» (il programma integrale su

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Studio 2 della Rsi, parlando di ‘Mint’

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