Dall’obiezione di coscienza a inno alla vita
A Tommaso tornano alla memoria alcuni termini ‘è su’, ‘non è ancora dilatata’: «Espressioni che finisci per conoscere completamente quando ti ritrovi in sala parto con tua moglie...». È un ricordo sereno, e anche divertito, quello che il secondogenito ci riporta del padre. Figli che hanno condiviso a tavola o in vacanza la professione del genitore anche attraverso l’impegno civile. «La grande problematica sul tavolo, anche della famiglia – ci fa sapere Tommaso – era la necessità di trovare posti di formazione per obiettori di coscienza, ginecologi cioè che non praticano l’aborto. Mio papà era praticamente uno dei pochi, negli anni Ottanta, quando si è formato. Allora questi posti si avevano principalmente nei cantoni cattolici, Friborgo, Lucerna, dove abbiamo abitato, e Ticino. Come medico e padre non è stato lui a spiegare a noi figli tutto l’aspetto sessuale, lui era imbarazzatissimo. Si è smollato solo con le nuore...».
Grande attenzione alle pazienti
Vi è un altro aspetto a cui il dottor Gianella teneva molto: «Seguiva personalmente tutte le sue pazienti, sia assicurate in camera privata sia comune, e non è così per tutti i medici. Certo a sacrificio della famiglia perché ricordo bene quando le domeniche lui faceva ‘un salto in clinica’, e sempre portava dietro uno di noi figli con la scusa della scuola guida. Però poi facevi dieci minuti di pratica e ne aspettavi quaranta al parcheggio della clinica o dell’ospedale... Quando andavamo tutti insieme al mare era un evento! Poi c’è stato San Bernardino...». Qui, in una passeggiata nei boschi in compagnia anche del caro amico Franco Tanzi, è mancato lo scorso 5 gennaio: «Lui un tempo deciso – lo ricorda l’amico – sicuro, un progettista nato, con il tempo era divenuto mansueto, taciturno, rigido, piegato com’era dalla malattia. In vacanza si trasformava da serio e capace medico, appassionato delle sue pazienti, in generoso e simpatico amico, in padre orgoglioso e in marinaio intrepido. Un uomo vero, che amava la vita e ne apprezzava la bellezza che gustava con tutti».