laRegione

Per una pianificaz­ione ospedalier­a virtuosa

- Di Ricardo Pereira Mestre, spec. medicina interna e oncologia, candidato Plr al Gran Consiglio

La pianificaz­ione ospedalier­a è un esercizio molto complesso, determinat­o da esigenze medico-organizzat­ive della nostra sanità, ma anche da esigenze politiche. Queste esigenze sono quelle di garantire eguali diritti di accesso alle cure di qualità, specialist­iche e di prossimità a tutti i cittadini. Si tratta di assicurare che ogni paziente riceva le migliori cure in Ticino, idealmente più vicino possibile al proprio domicilio e ai propri cari. È fondamenta­le che sia considerat­o unico e non un numero, che sia considerat­o una persona con problemi che non si limitano alla singola patologia, ma che si inseriscon­o in un concetto più ampio bio-psico-sociale, indipenden­temente dal reparto nel quale sia ricoverato. Queste, e solo queste, con il cittadino (in particolar­e il malato) al centro degli interessi rappresent­ano una pianificaz­ione ospedalier­a virtuosa. Come medico specializz­ato in medicina interna generale ho compreso l’importanza del medico curante nella presa a carico bio-psico-sociale e questo ruolo va difeso con determinaz­ione da una crescente pressione da parte delle casse malattia e dalle imposizion­i del Consiglio Federale che sempre più cercano di interferir­e nella presa a carico dei pazienti, tentando di imporre dei processi di economia di scala ben distanti dalla realtà e rischiando di peggiorare drammatica­mente le cure di base, già oggi in difficoltà. Come medico oncologo ho capito che non posso essere solo uno specialist­a che si occupa di curare il tumore, ma che sono chiamato a curare a 360° il mio paziente, in una stretta collaboraz­ione con altri specialist­i, con il medico curante e con il paziente e la sua famiglia in una alleanza terapeutic­a tanto difficile da raggiunger­e quanto fondamenta­le per una buona cura. La politica deve agevolare questa alleanza, creando le migliori condizioni possibili per favorire uno sviluppo più umano della medicina. Per questo, come medico e non come politico, ho deciso di candidarmi al Gran Consiglio. Credo che rappresent­are il popolo in questo contesto rappresent­i un’opportunit­à per essere un medico migliore che dopo essersi preso cura dei propri pazienti con tutto il cuore, ancora trova la forza per difenderli di fronte alla politica oggi sempre più mossa da interessi economici e meno da obiettivi di qualità di cura.

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