Compito dei parlamentari? Domandare e rispondere
Quasi sul finire di questa Legislatura così travagliata, mi è venuto un pensiero. Dai “permessi facili”, all’affare Argo 1 e alle altre questioni che hanno tenuto desta l’attenzione del Consiglio di Stato, del Gran Consiglio e delle Commissioni e Sottocommissioni istituite ad hoc, e non dimentichiamo neanche la Commissione parlamentare d’inchiesta (Cpi), per affrontare ed esaminare le dolenti questioni che da troppo tempo attanagliano il nostro Amato Cantone. Argo 1, rimborsi e non rimborsi spese telefoniche e altro, nonché la vergognosa situazione dell’ex cancelliere dello Stato. Per fortuna il Gran Consiglio, come pure l’Ufficio del Controllo delle Finanze, sono preposti, tramite mandato del Popolo (elezioni), e delega del Consiglio di Stato e Gran Consiglio, all’Organo di Vigilanza e Controllo delle Finanze, di allertare quando qualche irregolarità occorre. Compito naturale dei 90 granconsiglieri è domandare, ridomandare, e ridomandare quasi fino allo sfinimento, per ottenere risposte che siano pienamente esaustive, e non “dei menavia” a mo’ di risposta quale “contentino”. Si dovrebbe istituire un premio annuale dato al granconsigliere più meritevole, più insistente nel sapere tutto, ma proprio tutto di quanto non perfettamente limpido, magari dato da una certa consuetudine amministrativa, non sempre giustificata, ma che è sembrata prassi corrente. Tutti i granconsiglieri eletti dal Popolo, hanno il dovere, in ossequio al mandato ricevuto dal Popolo, e della promessa o giuramento fatto, alla Cerimonia di Istituzione del Gran Consiglio. Questa Cerimonia è anche data al Consiglio di Stato, e a Tutti i Magistrati che accedono a tale carica. Mi meraviglia molto, perché chi tanto si dà da fare in ossequio al mandato ricevuto dal Popolo (e scusate se è poco!!), sia oggetto di così tante reprimende. Neanche San Nicolao, Gesù Bambino e Babbo Natale, sono riusciti a spiegarmelo. “Mistero buffo” come diceva e scriveva Dario Fo.
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Francesca Tomasetti-Polito, Bellinzona