La ‘base’ sostiene Pierre Maudet
I delegati del Plr ginevrino, riuniti fino a tarda sera, hanno deciso con 341 voti contro 312 e 56 astenuti di sostenere il consigliere di Stato indagato per accettazione di vantaggi
Al termine di una lunga e accesa discussione, i delegati del Plr ginevrino hanno deciso ieri sera con 341 voti contro 312 e 56 astenuti di accordare la loro fiducia al consigliere di Stato.
Fiducia a Pierre Maudet. È questo l’esito dell’assemblea generale straordinaria del Plr ginevrino che si è svolta ieri sera in uno degli anfiteatri dell’Università Dufour: dopo un acceso dibattito durato circa due ore e mezza, 341 dei 709 delegati hanno deciso di sostenere il consigliere di Stato ginevrino; 312 hanno votato contro; e 56 si sono astenuti. Durante il dibattito Maudet si è dapprima scusato per le sue azioni e in seguito ha chiesto alla ‘base’ del partito di permettergli di continuare ad impegnarsi in politica, ricevendo un grande applauso. L’assemblea è stata convocata su richiesta dei sostenitori di Maudet, per i quali era fondamentale che i militanti potessero esprimersi. I membri del Plr ginevrino, infatti, non si erano mai incontrati per dibattere del contestato soggiorno negli Emirati Arabi, dopo che il 20 agosto il Gran Consiglio, a porte chiuse e in seduta straordinaria, ha revocato l’immunità al 40enne consigliere di Stato. L’incertezza è aleggiata fino alle battute finali della discussione. La direzione della sezione ginevrina del partito – in testa il presidente Alexandre de Senarclens, che alla vigilia ha annunciato dimissioni immediate in caso di vittoria di Maudet – aveva chiesto formalmente all’inizio dello scorso mese di dicembre al consigliere di Stato di assumere le sue responsabilità e di rassegnare le dimissioni dall’esecutivo cantonale. Un passo che anche il Plr svizzero gli aveva chiesto di fare. Ieri sera l’ex astro nascente del Plr – che in dicembre ha dichiarato la sua intenzione di non dimettersi, indipendentemente dal voto dei delegati – ha spiegato il suo punto di vista sul viaggio del 2015 ad Abu Dhabi e su altri, successivi, fatti in relazione al discusso soggiorno. Fatti sui quali il Ministero pubblico ginevrino sta indagando da mesi (cfr. ‘laRegione’ di ieri), ipotizzando il reato di accettazione di vantaggi. Maudet ha tentato di convincere la base del partito – scisso in due campi e precipitato in una profonda crisi a seguito delle vicissitudini del suo ex enfant prodige – di essere ancora in grado di esercitare la sua funzione, malgrado l’inchiesta penale aperta a suo carico e i molti inviti a farsi da parte, primo fra tutti quello dello stesso presidente del Consiglio di Stato Antonio Hodgers. Nessuno può comunque obbligare Maudet a lasciare il suo incarico, nemmeno i suoi colleghi in Consiglio di Stato. E siccome la Costituzione ginevrina non prevede la destituzione dei magistrati in carica, la decisione spetta soltanto a lui.