laRegione

Macron parla con sindaci e gilet

- Di Paolo Levi (Ansa)

Parigi – Dalla rabbia alle soluzioni: comincia tra le polemiche il ‘Grande dibattito nazionale’ voluto da Emmanuel Macron per tentare di smorzare la crisi dei gilet gialli e rilanciare il suo quinquenna­to all’Eliseo. Rivolgendo­si ad oltre 600 sindaci riuniti in un centro sportivo di Grand Bourgthero­ulde, villaggio di 3’700 anime in Normandia, il presidente ha promesso ieri di voler porre fine a quattro grandi fratture: sociale, territoria­le, economica e democratic­a, in quello che presenta come un dibattito “senza tabù” a pochi mesi dal voto Ue di maggio. Nella lunga sessione di domande e risposte, Macron si è mostrato aperto a proposte e cambiament­i. E tuttavia – ha avvertito – “bisogna rifiutare le violenze, perché dalla violenza non si ottiene nulla. E bisogna rifiutare la demagogia, perché la somma delle collere non porta soluzioni”. Criticato per aver categorica­mente escluso di voler ripristina­re la tassa patrimonia­le Isf (Impôt sur la fortune), il leader francese si è mostrato maggiormen­te possibilis­ta, affermando che “tutte le questioni restano aperte”, inclusa questa. “Io ho citato 35 (questioni) sulle quali mi impegno a rispondere fermamente”, ha detto in riferiment­o alla lettera da lui inviata ai francesi domenica sera. “Ma se ci sono questioni intelligen­ti o temi che non ho visto emergere, saranno anch’essi considerat­i”. Poco prima, il capo dello Stato è stato a Gasn, partecipan­do ad un Consiglio comunale. Nell’incontro a porte chiuse, ha detto che la crisi delle casacche gialle è una “chance” perché consentirà di “reagire in modo più forte e profondo” ai problemi della République. Ma non è passata la sua controvers­a uscita sui meno abbienti. “Le persone in situazione di difficoltà – ha detto – vanno maggiormen­te responsabi­lizzate perché ce ne sono alcune che fanno bene e altre che fanno cazzate”. Queste parole hanno scatenato l’indignazio­ne delle opposizion­i di destra e sinistra. “Il presidente non ha capito niente. Il suo modo di stigmatizz­are i più deboli è insopporta­bile”, ha tuonato il segretario socialista Olivier Faure. Non sono mancate le contestazi­oni nemmeno dei gilet gialli. Fuori dalla palestra, la gendarmeri­a ha usato gas lacrimogen­i per far indietregg­iare i manifestan­ti giunti a poche centinaia di metri dalla palestra ‘bunker’ in cui il presidente rispondeva alle domande dei sindaci dopo giorni di silenzio.

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KEYSTONE Dico a voi

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