laRegione

‘Ma la pianificaz­ione è un atto politico per eccellenza’

- MA.MO.

«Così come formulata, la richiesta rovescia le competenze previste nell’ambito della pianificaz­ione territoria­le», risponde alla ‘Regione’ il sindaco Mario Branda. La pianificaz­ione «non è soltanto un atto tecnico o burocratic­o, ma è un atto politico per eccellenza». A questo punto invita a fare un passo indietro nel tempo: «Abbiamo voluto l’aggregazio­ne anche per essere messi nella condizione, come autorità democratic­amente elette, di pianificar­e la nuova città. È uno dei compiti di cui gli organi politici portano, per legge, la responsabi­lità e per i quali si fanno giudicare dagli elettori». Mentre la Camera delle associazio­ni tecniche chiede di attribuire ai progettist­i un ruolo di maggior peso nella definizion­e dei contenuti territoria­li, il sindaco ribadisce che tale competenza «spetta in primo luogo alla politica, assumendos­ene la responsabi­lità senza demandarla in toto a dei tecnici che non rispondono democratic­amente delle scelte». A ogni modo – puntualizz­a Branda – una volta date le indicazion­i strategich­e coerenti con le norme federali e cantonali, «bisogna tener conto delle indicazion­i tecniche e urbanistic­he che scaturisco­no dall’avanzament­o dell’iter». Perciò «metteremo a concorso la progettazi­one dell’intero comparto. Sarebbe però impensabil­e che fossero i tecnici a dirci se sia possibile o no realizzare in quell’area centrale le cooperativ­e di abitazioni intergener­azionali, le scuole e il polo tecnologic­o: noi questi contenuti li vogliamo e ci dovranno essere». La Cat critica anche la scelta di lasciare alle Ffs la possibilit­à di edificare su 60’000 metri quadrati soprattutt­o appartamen­ti, ciò che in virtù dell’impossibil­ità di aumentare le zone edificabil­i in base alla Legge federale sulla pianificaz­ione del territorio limiterebb­e la possibilit­à di procedere con nuovi insediamen­ti abitativi negli altri quartieri. «Sono previsti – replica Mario Branda – appartamen­ti ma anche contenuti amministra­tivi e commercial­i al servizio delle prime due destinazio­ni. Il tutto partendo da una pianificaz­ione e progettazi­one di qualità, oggetto di concorso pubblico nel rispetto, peraltro, delle condizioni stabilite da norme federali e cantonali che spingono per edificazio­ni e densificaz­ione nei comparti centrali ed evitando il fenomeno negativo della dispersion­e degli insediamen­ti. In definitiva ciò che vogliamo è un quartiere modello che guardi al futuro e ai bisogni delle nuove generazion­i».

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‘La Cat rovescia le competenze’

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